mercoledì 21 aprile 2010

cambiare il nostro mondo

Autore del quadro
Alessandro Bruschetti 1937



La tua salute migliorerà quando imparerai a concentrarti su pensieri positivi invece che permettere ai pensieri negativi di dominare la tua mente.

Margherita




Siamo ancora cristallizzati su comportamenti che ci hanno permesso di sopravvivere al dolore di antiche esperienze traumatiche.

Non solo quelle oggettivamente traumatizzanti, ma ancor più quelle recondite, più difficilmente rintracciabili, che da bambini però abbiamo vissuto come traumi a causa della nostra spesso distorta e incompleta visione della realtà.

Così oggi, anche se abitiamo nel corpo di un adulto, il nostro ego è ancora come un bambino ignorante e spaventato che si rifiuta di cambiare atteggiamento, perché nonostante tutto è quella "la strategia che ci ha salvato la vita."

Abbiamo magari dimenticato o rimosso completamente tali ricordi, ma il comportamento è ormai diventato un'abitudine per cui siamo convinti che quello sia l'atteggiamento giusto e l'unico possibile, continuando ad aggiungere distorsioni alla nostra realtà di oggi.

Tutto ciò ci induce a perpetrare i nostri comportamenti anche se possiamo costatare che essi sono fonte di continue sofferenze.

Allora che fare?

Il carattere non si cambia, non lo avete mai sentito dire?

Questo è un'altro imponente condizionamento che ci è venuto dall'esterno e al quale soggiaciamo senza troppe resistenze, perché comunque affrontare un cambiamento è pur sempre un po' scomodo.

E poi quando mai ci è stato insegnato a disfarci dai condizionamenti?

Possiamo però imparare a riconoscerli,... se percepiamo il conflitto significa che c'è un po' più d'amore da dare al nostro bambino!

E se poi sapessimo che tutto ciò che dobbiamo abbandonare è qualcosa che non ci serve più e che ha il solo scopo di ingombrare e appesantire il nostro cuore, non saremmo felici di lasciarlo andare?

Tanto più se sapessimo di poter far spazio a qualcosa di meglio che ci attende da tempo e che neppure sapevamo di poter desiderare?

In una visione più adulta, tanto per incominciare, ogni volta che ci troviamo di fronte ad una di quelle situazioni che fanno scattare i nostri automatismi ormai obsoleti potremmo dire:" ecco questa è la manifestazione del mio dolore di quando ero bambino, è così che ancora oggi lo trattengo."

Prendo atto che questa abitudine non mi appartiene più e che trattenerla ancora danneggia il mio benessere.

Può sembrare una visione insolita quella di capire, amare e perdonare quel bambino che è dentro di noi, in modo che possa finalmente lasciare andare l'antico dolore e far si che le forze di conscio e inconscio si dirigano in un unica direzione.

Potremmo sperimentare qualcosa di completamente nuovo e addirittura appagante per il solo fatto di essere diventati consapevoli di quale potenziale inespresso abbiamo dentro di noi, se invece di uccidere il nostro ego rinnegandolo e punendolo prendessimo l'abitudine di amarlo, istruirlo ed allinearlo al nostro Sé.

Così fino a raggiungere quella serenità in cui la nostra percezione esterna della realtà e quella interna siano in pace tra loro.

Dedicato alla tua rivitalizzazione

Margherita





mercoledì 7 aprile 2010

Il senso dell'umiltà


un fiore non ha bisogno dell'approvazione di qualcuno per manifestarsi in tutto il suo splendore
Margherita




E' importante non confondere l'umiltà con l'umiliazione, questo può essere un errore da pagare a caro prezzo.

Conoscere il significato profondo della parola umiltà può essere molto importante per capire come certi condizionamenti ci inducono a percorrere la strada della mancanza di stima in sé stessi e sfiducia nella vita.

L'umiltà significa essere consci dei propri potenziali e dei propri limiti, della propria forza e delle proprie debolezze.

Sapere che con buona volontà, costanza e determinazione, certi limiti possiamo superarli, perché sono lì apposta per essere superati e credere di potercela fare è credere in se stessi e riconoscersi.

Umiliarsi al contrario, o essere disposti a farsi umiliare è solo la faccia di una medaglia, che da un lato mostra la presunzione di credere di non essere all'altezza o di pensare di non farcela.
Tutto questo ti dà solo il potere di farti compiangere.
Dall'altro lato della medaglia c'è l'orgoglio della propria grandezza perché gli altri possano lodarti.

In positivo o in negativo cerchi il riconoscimento dall'esterno.

Né l'uno né l'altro di questi due aspetti rispecchia la verità del tuo essere.
Sono falsi bisogni dietro i quali ti ripari, solo perché non credi in te stesso e non ti riconosci.

Umiliarsi è credersi vittime di un triste destino, questa credenza è tanto potente da essere auto-realizzante.
E' solo un malinteso senso di umiltà che ti impedisce di credere nel tuo potere personale, che ti fa perdere la dignità della tua persona e ti toglie a priori la possibilità di riconoscerti in tutto il tuo reale valore.

E' più sano e appagante essere orgogliosi della scoperta delle proprie capacità e adoperarsi per manifestarle o commiserarsi per la propria presunta sfortuna e inettitudine?

Ricorda che la scelta spetta a te!

Dedicato alla scoperta dei tuoi talenti

Margherita