giovedì 3 giugno 2010

Rabbia, che paura!

Autore del quadro
Alessandro Bruschetti 1959
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Provare rabbia suscita paura,
perché le abbiamo dato troppo
potere rinnegandola.

Margherita






Sin da bambini ci hanno insegnato a reprimere la rabbia, perché il solo provarla, ci dicevano, è moralmente sbagliato.
Ci hanno condizionato, aihmè in buona fede, con l'ingiunzione di comprendere l'altro, offrire l'altra guancia, perdonare.
Se fai così sei buono, altrimenti sei cattivo.

Ma così non può funzionare, è come mettere un coperchio ad una pentola a pressione senza la valvola di scarico!
Non permettersi di sentire ciò che proviamo soffoca la nostra spontaneità e ci allontana dal nostro centro.

Magari hai provato anche tu quell'emozione esplosiva che ti pervadeva tutto il corpo e che ti imponeva di pestare i piedi, ribellarti, infrangere le regole e l'hai dovuta soffocare sul nascere, pena l'amore dei genitori.
Da bambino hai deciso di rifiutare questo sentimento, perché eri nella convinzione che i grandi sanno sempre cosa è buono e cosa è cattivo.

E invece purtroppo no!
Ma quando ce ne accorgiamo è oramai troppo tardi, certi meccanismi si sono innescati e allora la rabbia, che abbiamo imparato a soffocare, non la riconosciamo più, anzi la neghiamo rinnegando anche quella parte di noi stessi che la provava

Sai quanta energia è contenuta nella rabbia?
Una grande energia se soffocata a lungo implode, fino a sfociare in vere e proprie malattie.

E quando invece esplode, dopo essere stata trattenuta troppo a lungo, può essere devastante per noi e per l'ambiente in cui viviamo.

Allora che fare?
Sai? Non è l'emozione in sé ad essere pericolosa, ma l'uso che ne facciamo.
Possiamo ampliare le nostre vedute e renderci conto, che solo se prendiamo coscienza della nostra rabbia potremo prendercene cura, impararne il pieno controllo e trasformarla in azioni costruttive.

Potrai così accorgerti che la paura di contattarla è dettata solo dall'uso inconsulto che potresti farne.
Bisogna permettersi di fare riaffiorare la rabbia, conoscerla, accoglierla, ascoltarla con atteggiamento di amore e compassione.

L'energia racchiusa nella rabbia, come del resto ogni tipo di energia, non si può distruggere, ma solo trasformare; e il "come" possiamo deciderlo noi.
Con vicino una persona ben preparata, che può indurti a ciò con gentilezza e accoglienza, puoi permetterti di darle riconoscimento, senza timore.

Questa può sembrare una trasformazione temibile, ma in realtà non stai facendo altro che restituirti quella parte di te stesso, che avevi rifiutato insieme alla rabbia e riprenderti tutto l'amore, che ti sei sempre meritato.

La rabbia scompare da sé quando l'energia viene convogliata in modo sano!
Impararne il pieno controllo e dirigerla coscientemente nella direzione voluta ci rende padroni delle nostre azioni, dei nostri sentimenti e ci porta alla scoperta del nostro vero potenziale.

Allora sì, che potremo attuare veramente il perdono, che in primo luogo dovevamo a noi stessi.
Potremo farlo, perché invece che dal perbenismo, dal giudizio e dalla paura, stavolta saremo guidati dall'amore!

Dedicato alla tua rivitalizzazione.

Margherita




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