venerdì 26 novembre 2010

Aprire le porte delle nostre prigioni.


"Tieni stretta la grande immagine e tutto il mondo verrà a te. Verrà senza subire danno e troverà pace e felicità"
Lao-Tzu



Autore del quadro
Alessandro Bruschetti
L'impennata 1954



Per raggiungere i nostri ideali, abbiamo necessità di sapere e pensare in un certo modo.
Spesso i nostri ideali coinvolgono altre persone nella nostra vita.
Questo è l'errore nel quale possiamo incorrere più facilmente.

Pensiamo di raggiungere degli ideali attraverso la manipolazione di qualcun altro, invece di sintonizzarci ed accettarlo così come è.
Ciò è ben lungi dal subire situazioni che mettono a repentaglio la nostra integrità.

Questi e molti altri sono i modi in cui chiudiamo volontariamente le porte delle nostre prigioni.

Le delusioni esistono solo per coloro che ripongono aspettative negli altri.
Le aspettative mal riposte sono le responsabili del senso di tradimento di cui a volte ci sentiamo vittime.

Possiamo desiderare qualsiasi cosa, ma se pensiamo che la situazione in cui ci troviamo, è opera di qualcun altro o del destino crudele, oppure della sfortuna e cerchiamo con le solite modalità di allontanarci da una situazione che non ci piace, combattendola e facendo resistenza ad essa, non solo sprecheremo gran parte della nostra energia, ma la probabilità di ripetere la stessa situazione all'infinito è pressoché certa.
Un altro dato certo è che il cambiamento deve partire da noi e non dall'altro.

Abbiamo allora tre possibilità:
-Cambiare la situazione, rimodellandola (fare di necessità virtù)
-Vedere la situazione sotto un'altra ottica (ad es: cosa sto imparando? ecc.)
-Allontanarsi dalla situazione trovandone una più idonea.(mi dissocio non mi appartiene)

Cediamo il nostro potere personale e siamo vittime dell'ignoranza del nostro ego quando, ci fissiamo su qualunque cosa che ci prende al punto da impedirci di vivere serenamente e con gioia qualsiasi altra cosa.
Facciamo mente locale che siamo sempre noi a scegliere, sempre, anche se non ce ne rendiamo conto. Persino non scegliere o subire è una scelta.

Anche comunicare in un certo modo piuttosto che in un altro è una scelta, come lamentarsi, arrabbiarsi o al contrario mantenere la calma.
Prendiamo coscienza, che potremmo gestire ogni nostra reazione se solo sapessimo come farlo.
E' vero che siamo vittime, ma solo delle nostre emozioni, possiamo scegliere di non esserlo più in ogni momento della nostra vita.

Domandiamoci cosa desideriamo, sempre più spesso, la risposta dovrà essere la più onesta possibile.
Se in tutta onestà troviamo la motivazione, che ci spinge al raggiungimento di quel traguardo, non potremo che essergli fedeli.
Poi mettiamoci al lavoro e cerchiamo di raggiungere quell'obiettivo con tutta l'intenzione di cui siamo capaci.

Spesso possiamo accorgerci che il nostro ideale è stato già raggiunto e noi cerchiamo ancora di forzare la mano per adeguarci a schemi preconfezionati, perché siamo ormai nell'ingranaggio.... "che figura ci faremmo a mollare?"

Se possiamo prendere coscienza che i modelli che ci vengono proposti sono creati dall'inconscio collettivo e sostenuti dall'ego per avere l'illusione di contare per qualcuno nel bene o nel male, potremo anche capire che siamo liberi di aderire o meno a questi modelli secondo la nostra verità.

Ma bisogna a questo punto avere in mano la situazione, e questo si può imparare a partire dal nostro corpo, per questo ti segnalo il mio mini corso "Padroneggia il tuo respiro" studiato per armonizzare le tue emozioni e la tua energia e per permetterti di essere sempre presente con chiarezza di idee.

La scoperta della nostra unicità ci restituisce la gioia di esistere e con essa giunge anche l'apertura delle porte delle nostre prigioni, e sposta i nostri obiettivi a più lontane visioni, dalle quali siamo attratti da irresistibile amore.

Saremo quindi guidati dall'ispirazione se ci abbandoneremo al flusso della vita con partecipazione ed entusiasmo e ci accorgeremo di essere sempre stati già, senza saperlo, nella dimensione della libertà.
In questo caso la presa di coscienza sarà la molla, che determinerà il cambiamento delle scelte per il raggiungimento dei nostri ideali.

Dedicato alla tua rivitalizzazione.

Margherita

sabato 6 novembre 2010

Comprendere il "Perdono"


L'occhio magico 1953
Autore del quadro Alessandro Bruschetti

Guardare con l'occhio del perdono
significa amare sé stessi.


Margherita


Nella scuola della vita dove siamo tutti, non tutti siamo alla stessa classe e forse dove tu sei arrivato attraverso esperienze e comprensione, altri possono ancora non essere giunti.

Ad ogni notizia i media cercano di alimentare senza sosta il rancore, lo sdegno, il giudizio.
Occorre diventare consapevoli che questo serve a mantenerci fissi sulle stesse frequenze che tanto osteggiamo in atteggiamento di critica.

C'è una storiella che esemplifica bene il mio pensiero:

Due monaci, uno vecchio e l'altro giovane si trovano ad attraversare a guado un fiume.
Quando stanno per immergersi nelle acque gelide e impetuose li raggiunge una donna giovane e avvenente, che deve anche lei attraversare il fiume.
Mentre attraversano il guado la donna quasi viene travolta dall'impeto della corrente e i due monaci si vedono costretti ad aiutarla, prendendola tra le braccia, fino a raggiungere l'altra riva del fiume.

Giunti alla riva la donna li ringrazia ed essi si allontanano per la loro strada.
Dopo un lungo silenzio, mentre camminano, il giovane monaco si rivolge all'anziano dicendo:
-Forse non avremmo dovuto aiutare quella donna, dato che le nostre regole non ci permettono di avere contatto con le persone dell'altro sesso!?-

L'anziano monaco allora risponde:
- Noi abbiamo aiutato quella donna ad attraversare il fiume, ma tu la stai ancora portando in braccio!-

Ci sono a volte motivazioni che vanno oltre le regole, e ci sono regole che in certe situazioni non valgono più.
Questo vale tanto per noi stessi che per gli altri, quanto più ci colpevolizziamo o giudichiamo gli altri per qualsiasi comportamento, meno siamo in grado di procedere nel nostro cammino.

Questo non significa permettere ogni mancanza senza discernimento.
Significa invece che da un errore possiamo trarre insegnamento solo se c'è comprensione per quell'errore, altrimenti saremo indotti a ripeterlo fino a quando non lo abbiamo capito davvero.
Significa anche che l'errore e la persona non sono la stessa cosa.

Posso in linea di massima non concepire un errore banalissimo dal mio punto di vista, ma posso essere comprensivo verso la persona che lo ha commesso.

Ecco che il pensiero del giovane monaco era immerso nella paura, nel giudizio, nella confusione, nel conflitto e nel senso di colpa verso se stesso.
Tutto questo legato al fatto che il contatto con la giovane donna aveva risvegliato in lui naturali processi ormonali, di cui si sentiva erroneamente colpevole, impedendosi di viverli con gioia, perché condizionato da insegnamenti appresi, ma affatto digeriti.


Il vecchio saggio con una leggerezza colma di compassione e velata di ironica comprensione induceva al perdono il giovane monaco.
Nel suo pensiero non vi era era ombra né di giudizio né di attaccamento.

Quando, come il vecchio saggio avremo imparato questo pensiero privo di giudizio, allora potremo comprendere cosa fare, e infine procedere liberi da pesanti fardelli.

Prima saremo capaci di comprensione e perdono, prima potremo staccarci dagli eventi e da quelle frequenze che ristagnano a quel livello attirando altre energie simili.

Infatti solo da un errore che riconosciamo come tale possiamo trarre insegnamento.
Questo ci conduce non solo al perdono, ma anche a ringraziare per quella esperienza che ci ha dato modo di capire una cosa in più ed avanzare di un piccolo passo nella scuola della vita.
A scuola si impara, quando si sbaglia ci si corregge mica ci si pente!

Da tempo ho compreso che il senso di colpa, e il pentimento, cristallizzano la personalità in una vita di penitenza, induriscono il cuore e soprattutto impediscono il reale cambiamento per una crescita interiore.
Anche se umanamente siamo lontani dalla perfezione, possiamo però lavorarci!

Si può dare avvio a questo processo ristabilendo un migliore equilibrio nel corpo.
Anche tu puoi farlo partendo da una buona respirazione. "Padroneggia il tuo respiro" è il mio mini corso che ti insegna come ottenerla e con la quale potrai passare dalla confusione alla calma emozionale e poi alla comprensione mentale.
Dalla comprensione all'accettazione e infine al perdono sarà il passaggio per una rinnovata e più gioiosa visione.

Dedicato alla tua rivitalizzazione.

Margherita