domenica 18 dicembre 2011

L'attaccamento





 l'energia  scambiata con l'ambiente
con fiducia e amore trasforma  le nostre esperienze in
celebrazioni co-creative di vita



Considerando che l'amore e la paura sono agli antipodi, qualunque cosa io faccia per paura di perdere l'oggetto del mio attaccamento, necessariamente non può essere amore.
E' il senso del possesso e non l'amore che fa provare paura nelle più svariate forme.
Può essere paura del giudizio, paura della solitudine, paura di confrontarsi, paura di deludere, e tutto questo può essere chiamato "attaccamento", ma sicuramente non amore.

Sapete?... L’attaccamento quando si manifesta si camuffa d’amore, a volte anche da odio, lo possiamo riconoscere perché quando è solo attaccamento fa soffrire, diventa mania, ossessione. Sta tutto nella nostra mente e si propaga come un’onda a lungo raggio l’ha sempre fatto, fino a convincerci, che se non ci attacchiamo a qualcosa, siamo degli insensibili, senza dei veri sentimenti.

Quando diventi vittima dell'attaccamento a cose, persone o situazioni, fossero anche dei nemici, sia che tu li tenga o che li perda ti struggi, ti auto-distruggi.
Vuoi sapere di cosa si tratta?
Questi non sono dei buoni sentimenti, ma emozioni cariche di negatività.  L’odio è attaccamento, peraltro anche l’attaccamento, che confondiamo con l’amore è una emozione carica di negatività.


E' difficile da accettare tutto questo vero? Eppure è proprio così!
E' tempo di imparare a distinguere, l'amore dall'attaccamento. Se c'è amore dentro di me non c'è attaccamento,  non sentirò ansia, o nostalgia, né rabbia, né gelosia, non sentirò alcunché se non la gioia dentro di me....
E' anche tempo di diventare consapevoli del continuo dialogo interiore condizionato da esperienze passate, che forte della paura perpetua il tranello di sottrarci energia.

Ogni attaccamento è un fardello che non ci appartiene realmente, appartiene solo alla gamma dei più radicati condizionamenti vecchi e nuovi. E' una gabbia dentro la quale, a volte ci sentiamo al sicuro, ma a ben vedere dopo un po' ci rendiamo conto che siamo imprigionati, nella ripetizione di esperienze, che la nostra mente ha vissuto come traumi creando la sua propria verità e da cui continuiamo ad attivare emozioni cariche di negatività in un girotondo interminabile.

Una volta scoperto quest'inganno la cosa migliore da fare è quella di liberarci da questi attaccamenti e affrontare il cambiamento. Come?
Per prima cosa bisogna accorgerci, che spesso con la paura anticipiamo una sofferenza che realizza se stessa.
Secondo bisogna avere il desiderio di lasciar andare la sofferenza, anche lei fa parte degli attaccamenti, e terzo avere fede che lasciandola andare non ci sarà perdita, ma guadagno.

Il distacco nasce dalla consapevolezza che siamo noi a creare la nostra realtà sia nel bene che nel male, anche se l'illusione di questo mondo ci fa credere il contrario.
Comprendere questa verità è la chiave dell'equilibrio, e quando si impara nell'equilibrio tutto diventa più facile e più leggero. A volte fa bene ricordarcelo, a volte ci sembra indispensabile tuffarci nell'esperienza traumatica, per poi, alla fine capire la stessa cosa.


Dal momento che realizziamo, che i condizionamenti distorti della nostra mente di superficie stanno creando la nostra sofferenza, lavorare su se stessi è l'unica via possibile!
Possiamo compiere volontariamente lo stesso processo di condizionamento della nostra mente, che un tempo abbiamo subito nostro malgrado, fornendogli oggi informazioni, che noi stessi desideriamo e che questa volta vadano a nostro vantaggio. Questo processo potremo chiamarlo "apprendere nuovi programmi". Questo è anche il modo certo per uscire dalla gabbia e riprendere in mano il potere della nostra vita.

Rinnovata energia darà luogo ad emozioni equilibrate.  Per una buona salute,  dai informazioni sane alla tua mente e otterrai armonia tra corpo, mente e spirito. 
A questo scopo ho il piacere di anticipare ai miei lettori, che sono ormai pronte una serie di meditazioni  per il riequilibrio dei sette chakra da me preparate e condotte.
La qualità dell'energia dei chakra determina lo stato di salute psico-fisica attraverso il quale si esprime la nostra coscienza....

Dedicato alla tua rivitalizzazione

A tutti l'augurio di  un felice Natale e altre feste serene
Margherita

sabato 15 ottobre 2011

Dalla pena alla compassione


Resurrezione studio 1977 Alessandro Bruschetti - Copyright -

"Quello che conta non è quello che fai, ma lo spirito con cui lo fai"
Margherita 

Nella nostra cultura occidentale la parola "compassione" e quella di "pena" sono accomunate come se fossero sinonimi e quindi suscitano lo stesso sentimento.
Tanto che citando un detto "Meglio fare invidia che compassione" possiamo notare come la parola "compassione" può essere sostituita con la parola "pena" senza apparentemente cambiare il senso della frase, perché si intende compassione come il sentimento della pena (colpa da espiare).
Questo equivoco crea grande confusione e stati d'animo conflittuali ogni volta che ci troviamo di fronte a qualcuno che ci sembra abbia bisogno di essere aiutato.
Mi ero spesso domandata perché nel fare l'elemosina a qualche mendicante, o lasciandomi convincere dal vucumprà di turno, si scatenasse in me quel senso di rabbia e frustrazione che mi diceva :- No..... così è meglio non fare la carità. -
Ho analizzato a fondo il problema e sono giunta alla conclusione che:
l'enorme differenza che contraddistingue il senso della pena dal senso della compassione non può restare ignoto a chi voglia tenere un comportamento congruente e conoscere il perché di questa spiacevole sensazione a cui è legato il sentimento che la parola pena suscita in noi.
Siamo tutti più o meno consapevoli a qualche livello che il senso della parola pena è legato a quello di colpa e espiazione quindi anche a quello di paura.

Vediamo perché:

se qualcuno piange raccontandoci i suoi drammi, verbalmente o in qualsiasi altro modo, suscita nei poco attenti quel senso di pena, così ben inculcato dalla chiesa, che in più di un modo sollecita il senso di colpa, se non ci si pone in una posizione di soccorso e aiuto materiale.
E' quello che ti fa dire:- Poverino quello non ce la fa, io lo aiuterò costi quel che costi.
Se non lo farò sarò colpevole, se lo aiuterò avrò fatto una buona azione e sarò libero dal senso di colpa. -

Spesso però tutto questo discorso non è affatto conscio, ma quello che diventa conscio è che tu sei più fortunato di lui e quindi è tuo dovere aiutarlo.
Se lo farai non solo avrai assolto un tuo preciso dovere morale, ma potrai sentirti così alleggerito dal senso di colpa e anche sentirti più grande e più importante.
Pensaci bene, quando aiuti qualcuno c'è dentro di te un sentimento di vera gioia e com-passione
(empatia)? O è il senso di colpa che ti spinge al soccorso, magari con una punta di vanagloria per la tua magnanimità?..... Questo è quanto suscita la pena!

E' questa solamente una trappola sia per chi dona con quell'intenzione, che per chi si pone nella situazione di suscitare pena.
Perché dico questo?
Perché mi conosco e so quanto è abile il nostro ego a convincerci che:

1 Non siamo in grado di farcela

2 Che avremo bisogno delle risorse degli altri, altrimenti soccomberemo

3 Che siamo dei martiri

4 Che ce l'abbiamo messa tutta e non c'è più niente da fare.

Per questo ci appoggiamo a chiunque abbia un po' di pena per noi.
E' così che ci nutriamo dell'energia dell'altro, il cui servizio viene vanificato.

Valutiamo adesso la compassione nel senso più pieno del suo significato:
Se ho com-passione per una situazione o per qualcuno vuole dire che lo com-prendo, (che lo prendo in toto così com'è) se sbaglia lo capisco, e sono pronto al perdono, qualsiasi cosa io decida di fare mi darà gioia, perché proprio in virtù della com-passione posso sapere che quello che mi si chiede potrebbe anche non essere il meglio per me e per lui. Perché quello che mi sta a cuore è la vera gioia di entrambi.

Vuol dire: io ti conosco e ti capisco, so chi veramente tu sei.
Riconosco la tua grandezza e la onoro.
So bene, che quello che sono i tuoi drammi non sono altro che illusione creata dall'ego, che cerca di convincerti di essere impotente, perché conosce solo la possibilità di suscitare pena.
Tu puoi prendere atto delle tue risorse e puoi lasciar andare questo falso e illusorio atteggiamento, che credi sia l'unico possibile per te.
So quanta paura, quanta sofferenza e quanto bisogno d'amore, si cela dietro questi atteggiamenti, che corrodono la tua vita e quella di chi ti sta vicino.
Il mio aiuto per te sarà la mia com-passione!
La vera compassione può renderti consapevole di tutto ciò, abbandonando la pena potrai vedere anche tu chi veramente sei e quanta forza e quante risorse risiedono in te.

La compassione non si limita al solo prendere atto, ma si estende all'attivazione
di tali risorse attraverso il perdono di se stesso e dell'altro.
Ecco il vero servizio!
E' in atto oggi un vero rivoluzionario cambiamento, che va contro gli insegnamenti finora giunti a noi da ministri poco attenti o inconsapevoli.
Questa nuova comprensione si avvicina sicuramente di più al vero sentimento della compassione trasmessoci dall'insegnamento del Cristo.

Il piano su cui sperimentiamo la realtà è oggi investito da grandi energie, che ci forniscono la possibilità di comprendere che:

sarebbe completamente vanificata la morte del Cristo se la compassione, con la quale ha potuto prendere su di se e perdonare tutte le colpe degli uomini, fosse servita solo a suscitare pena per la sua morte, e a farci sentire nuovamente colpevoli.

La verità è che Lui è risorto per far si che, questo evento non fosse una sua esclusiva, ma che con l'apertura di questa porta anche noi potessimo attivare la nostra resurrezione, attraverso la compassione e il perdono, per riconoscerci tutti nella sua gloria.

Dedicato alla tua rivitalizzazione.

Margherita

sabato 20 agosto 2011

Le tre vie per le nostre emozioni


Esistono tre vie per dirigere le nostre emozioni:

La prima è quella di reprimerle (contenimento)
La seconda è quella di esprimerle (rilascio)
La terza è quella di elaborarle ( trasformazione)

Contenimento
Il vecchio insegnamento era quello di reprimere le emozioni in modo da non agirle sull'ambiente.
Questo è buono solo in un primo tempo, in quanto ci permette di mantenere la facciata di rapporti civili con il prossimo.
Però contenere a lungo emozioni, non elaborate, senza mai esprimerle genera nel tempo rancori, che accumulandosi possono diventare veleno per noi e per chi ci sta intorno.
Il risultato peggiore è che con il tempo si finisce di perdere consapevolezza, di ciò che sta alla base di tale rancore, e ad un tratto quella facciata di perbenismo, potrebbe esplodere e diventare in un momento guerra dichiarata contro tutti in cui l'unico perdente sei tu.
In pratica questa è la via del riempimento di un contenitore, che contiene fin che può fino a tracimare. In alternativa, quando si fa leva sul senso di colpa come in alcun religioni, la distorsione dell'emozione può provocare vittimismo o isolamento.

Rilascio
La seconda via è quella in cui impariamo a non contenere troppo le emozioni. e quindi prendendo atto delle nostre emozioni, cerchiamo di manifestarle solo in ambiti protetti, nei casi in cui hai iniziato un lavoro su di te.
Non prendiamo qui in considerazione chi sfoga regolarmente le proprie emozioni distorte sull'ambiente senza freni, perché stiamo facendo un'analisi delle possibilità di crescita personale.

Per ambiti protetti intendo: piangendo o sfogandosi, prendendo a calci o a pugni qualcosa con fini terapeutici, oppure parlando col confessore, dallo psicologo, in seminari o stage, dove altri possono assistere ai nostri sfoghi di rabbia, paura, odio, confusione, dolore.
Suscitando nei più attenti comprensione per se stesso e per l'altro.
Anche questa è una buona via, anzi più evoluta della prima, ma fermarsi qui potrebbe significare cristallizzarci nel senso di ineluttabilità di come siamo fatti, e di rassegnazione di come siamo destinati a reagire.
Ciò significherebbe restare immobili al solo prendere atto, mantenendoci nella dualità senza possibilità di ulteriore crescita.
Se prendiamo questa via come un modo per far luce e far affiorare le nostre emozioni più nascoste nel nostro inconscio questa è un'ottima via, purché sia di passaggio.

Ma se la praticheremo al oltranza, questa è la via per coltivare le nostre emozioni distorte, che a lungo andare può essere pericolosa quanto la prima. Si finisce cosi con l'assomigliare a chi non ha ancora intrapreso un percorso di crescita su di sé e, che istintivamente dà sfogo incontrollato ad ogni emozione agendo sull'ambiente, avendone però in questo caso coscienza.

Il problema sta nel fatto che più diamo sfogo a queste emozioni, più diventa un'abitudine nella nostra vita e questo crea una nuova personalità, che tenderà all'impertinenza, fino all'arroganza.


Trasformazione
Esiste poi la terza via :
Consiste nell'elaborazione delle nostre emozioni che si percorre con un processo di consapevolezza globale. Un aspetto di questo processo è quello di porsi domande del tipo:
Come si è generata in me quell'emozione?
E' proprio vero che la colpa è di quello che l'ha fatta scatenare in me, o lui è solo stato il mezzo che ha fatto luce su un'emozione, che era già dentro di me?
E se questa emozione era già in me quale è stato il primo evento che mi ha reso consapevole di questa emozione?
C'è un modo più appropriato di comportarmi senza soffocare queste emozioni dentro di me, e senza influenzare negativamente né me né il mio prossimo?
E in quali eventi avrei potuto agire in modo meno aggressivo, o meno passivo senza ferire nessuno pur restando nella verità?
Domande di questo tipo susciteranno risposte sempre più approfondite, e aiuteranno la nostra creatività a studiare modi migliori per rapportarci agli altri.
Un giorno potremo renderci conto, che non c'è colpa che non possa essere perdonata, sia nostra che di qualsiasi altro.

In pratica impareremo poco alla volta, l'elaborazione del dato per esperire e verificare che qualsiasi torto fatto o subito, qualsiasi emozione provata può essere elaborata, fino alla totale e indolore eliminazione della distorsione, permettendoci un permanente stato di pace con noi stessi e con gli altri.
Affiancheremo a questo, un metodico inserimento di dati nuovi nella nostra mente, respirazioni, meditazioni guidate, (ne trovi esempio nel post parlato) insomma dati consciamente voluti.
In breve ricostruiremo un modello mentale allineato alla originaria gioia del cuore, sostenuta dalla consapevolezza e dall'amore, che distingue ogni essere divino quali noi siamo dall'origine, risvegliandone la memoria.

dedicato alla tua rivitalizzazione

Margherita

giovedì 4 agosto 2011

La meditazione guidata


In questi ultimi anni il mio approccio alla meditazione è stato molto diverso da quello iniziale di trenta anni fa.
La meditazione trascendentale ha molti vantaggi e offre ad un praticante disciplinato tanti benefici di cui io stessa sono testimone.
Ma sono pochi quelli, che aderiscono a queste discipline con consapevolezza e costanza, e noi occidentali abbiamo per cultura un ritmo di vita, che poco si presta all'atto meditativo come lo intende la cultura orientale.
Parlando di stati di coscienza si dice che esistono: lo stato di veglia che chiamano Beta, lo stato Alfa che è quello della meditazione, ma anche quello che precede il sonno e lo stato di sonno, che però ha fasi intermedie dove si pone la meditazione guidata.
La meditazione guidata è efficace ad un livello di coscienza più profondo di quello dello stadio Alfa, la meditazione in cui si è ancora in vigilanza.

Infatti nella meditazione guidata non c'è alcun limite al lasciarsi andare.
Voi lo sapete che quando ci addormentiamo davanti alla televisione le informazioni che riceviamo in quello stato sono molto più potenti che nello stato Beta, cioè quello di veglia?

Intendiamoci lo stato Alfa è molto potente, ma difficilmente ci metteremo a meditare intenzionalmente davanti alla tv mentre trasmettono scene violente.
Mentre, se per ipotesi, vi addormentate e alla tv trasmettono scene di violenza, non ne avete il controllo, ma il vostro sistema nervoso registra tutto e rimane impressionato ad un livello molto più profondo di quello di veglia. E non ne siete minimamente consapevoli.
Tranne il fatto che il vostro livello di stress aumenta notevolmente, e potrete sentirne gli effetti la mattina quando vi dovete alzare.
E allora perché in quello stato non approfittarne per far ascoltare al nostro sistema nervoso cose piacevoli e curative di cui siamo ben consapevoli, e ridurre così il nostro livello di stress?

Della meditazione guidata è un noto cultore Roy Martina, che ha coltivato con sapienza quest'arte e io, che ne avevo già esperienza, ne sono rimasta affascinata.
Come recita il titolo di un suo noto cd. Lasciarsi andare è un'arte, il lasciar cadere l'attenzione, presuppone poterlo fare nella fiducia che, ciò che stiamo facendo entrare, sia buono per noi.

Come molti di voi già sanno, parecchie volte ho presentato nel mio blog libri di Roy Martina di cui sono una grande sostenitrice e ammiratrice, ammiro il suo lavoro, la serietà con cui approccia il tema della guarigione olistica e la sua opera tutta.
Lui spesso ci offre molti omaggi, per molti di noi a volte però risulta difficile godere a pieno i benefici di questi omaggi anche quando potremmo.
Le motivazioni sono molteplici: perché non li sappiamo cogliere, perché gli interpreti stessi non sono italiani, perché gli omaggi sono tratti da seminari dal vivo e non possiamo usufruire della dovuta concentrazione. ecc....
Ecco, a questo proposito ho pensato che avrei potuto offrirvi e farvi partecipi dei benefici di cui io stessa sto godendo, dopo aver fatto una traduzione a mio uso e consumo.
Da una delle stesse meditazioni di Roy Martina dal vivo ho fatto la trascrizione e la registrazione con la mia voce, e visti i benefici e i consensi che ne sto traendo, la propongo anche a voi.

Potrete accedervi liberamente sia dalla mia pagina del post parlato sia cliccando qui alla voce La stella.
Provate e.... buona meditazione!

Ah dimenticavo qui "Programma per il riequilibrio dei 7 Chakra" trovi la mia meditazione guidata completa per il riequilibrio dei 7 Chakra. Con pochi minuti al giorno ti farà ottenere livelli di benessere mai sospettati.

Dedicato alla tua rivitalizzazione

Margherita

martedì 28 giugno 2011

I migliori aspetti della tua felicità.



"La felicità non è fare sempre tutto quello che si vuole, ma volere sempre tutto quello che si fa."
Friedrich Nietsche

Saprai di averla raggiunta quando ti accorgerai e
potrai verificare che:


1. Ti lasci guidare dalla tua intuizione anziché dalle paure, dalle idee ricevute e dai condizionamenti del passato.

2. Non hai più interesse a giudicare gli altri e/o te stesso e a interessarsi a tutto ciò che genera conflitti.

3. Avrai perso completamente la capacità di «stare in ansia» (questo rappresenta una delle scoperte più sorprendenti).

4.Sei nel piacere costante di apprezzare le cose e gli esseri viventi così come sono. E vedrai scomparire l'abitudine di voler cambiare le persone.

5. Senti nascere dentro il desiderio intenso di trasformare te stesso per gestire positivamente i tuoi pensieri, le emozioni, il corpo fisico, la vita materiale e il tuo ambiente in modo da sviluppare incessantemente il tuo potenziale di salute, di creatività e di amore.

6. Ti sorprendi spesso con la voglia dì sorridere e di dire grazie. Questi attacchi provocano una sensazione di unità e di armonia con tutto ciò che vive.

7. Provi apertura progressiva ed inarrestabile verso lo spirito dell'infanzia, la semplicità, il ridere e l'allegria.

8.Vivi episodi sempre più frequenti di comunicazione con l'Anima o lo Spirito, la non dualità e l'Essere, con effetti collaterali di sentimenti di appagamento e di felicità.

9. Provi piacere a far la parte del «guaritore portatore di gioia e di luce» piuttosto che quella del «critico» o dell'«indifferente»

10.Scopri la capacità di vivere da solo, in coppia, in famiglia e in comunità nella fluidità e nell'uguaglianza, senza essere dominato, voler dominare o essere salvatore di nessuno.

11.Gioisci del sentimento di responsabilità e sperimenti la felicità di poter offrire al mondo i tuoi sogni di un futuro abbondante, armonioso e pacifico.

12Vivi nell'accettazione assoluta della tua presenza sula terra e della consapevolezza di scegliere, ad ogni istante il bello, il buono, il vero e il vivo..





Tutti questi segnali ti faranno capire che hai svolto un grande e bellissimo lavoro su di te e che quando sei nel tuo potere personale raggiungi con grazia, facilità e gioia il tuo equilibrio e il tuo vero successo.
Questo delicato equilibrio raggiunto potrà essere mantenuto con la costante cura del tuo benessere psico-fisico e spirituale, che comprende sempre, primo fra tutti, il tuo respiro consapevole.
Per saperne di più vai al mio mini corso online "Padroneggia il tuo respiro"
Dedicato alla tua rivitalizzazione

Margherita

sabato 28 maggio 2011

Sai riconoscere il tuo valore?





liberazione di forme nello spazio
Di Alessandro Bruschetti (1973)

Ciò che determina il fato di un uomo è l'opinione che egli ha di sé stesso.
Henry David Thoreau


Se dovessi far valutare un gioiello, certamente ti rivolgeresti ad un esperto!
Quando ti senti un buono a nulla perché la gente ti dice che non vali niente e tu ci credi buttandoti giù, ricorda, che solo un vero esperto potrebbe valutarti.
Chi più di te è il vero esperto di te stesso?

Datti voce ed ascolta le risposte che vengono dal tuo cuore, scoprirai che quello che dicono gli altri su di te o che non ti dicono nel bene o nel male non può cambiare ciò che realmente sei.
Siamo tutti speciali e preziosi anche se diversi.

E se tu dicessi a te stesso che non c'è proprio niente di cui andare fiero?
Ebbene significa che hai dimenticato il tuo vero valore e che stai interrogando il tuo ego e non il tuo cuore.

In te c'è la grandezza che esiste in ogni altro essere che incontri.
Chi fa critiche distruttive sui tuoi difetti lo fa solo per sentirsi un po' migliore di come valuta se stesso.

Tu e solo tu puoi decidere se tali critiche hanno motivo di esistere.
Ne caso in cui dovessi riconoscerne la veridicità, solo a te spetta la facoltà di decidere se quella tua particolarità ti sta stretta (ti fa soffrire) o se ti fa piacere tenerla.
In sostanza perché la valutazione dell'altro su te stesso dovrebbe avere più peso della tua?

E' quando si nega, non volendo ammettere qualcosa che ci appartiene, che la paura di venire smascherati viene confusa con l'offesa, ecco allora che si diventa aggressivi, o contro gli altri o contro se stessi.
Solo nel caso che sia tu a desiderare di modificare qualcosa di te che non ti aggrada, o meglio delle tue abitudini potrai assoggettarti al cambiamento.

In quel caso non esiste nessuna offesa o ripensamento; se ne prende semplicemente atto, e il successo è garantito, con grazia facilità e gioia.
Come quando si buttano via un paio di scarpe strette!

Quando ti offendi per aver sentito commenti veri o falsi sul tuo conto, o quando ti esalti per aver ricevuto un plauso, pensaci bene, potrebbe trattarsi di orgoglio, che se così non fosse, sorrideresti o semplicemente ringrazieresti, senza minimamente esserne turbato.

Quando incontri sul tuo cammino qualcuno che ti suscita offesa, turbamento, o esaltazione ricordati che è il tuo ego che te li suggerisce.
Qualunque maschera della personalità, che giudica, manipola e inganna potrà tentarti con le sue arti, perché questo è il suo dramma!

Ma se per qualche fortunato istante riesci a vedere l'altro nella sua vera essenza, porta nel tuo cuore quell'immagine, perché è in quell'essenza che tu e lui siete sempre un'unica cosa!

In sanscrito si esprime bene il concetto di unità con l'altro con la parola "Namaste" che tradotto potrebbe suonare:- Celebro il posto dentro di te dove siamo entrambi un'unica cosa -.
Questa realtà, da sempre tramandata dai maestri orientali è invece nella cultura occidentale se non sconosciuta, quantomeno un' insolita visione.
Coltiviamola!
Perché potrebbe produrre in noi il rispetto e il riconoscimento del valore, che ci aspettiamo dagli altri.

Per trovare pace e serenità dentro di sé oggi possiamo avvicinarci a molte filosofie o alle tecniche più svariate.
Tra queste, la respirazione consapevole, che oltre ad essere la più semplice è anche quella che maggiormente ti mette in contatto con la tua vera essenza.
Per questo ti suggerisco il mio mini corso online di respirazione "Padroneggia il tuo respiro"
Quanto più ne fisserai i benefici, facendone continua esperienza, più il tuo ego farà spazio alla verità.

Dedicato alla tua rivitalizzazione

Margherita

giovedì 19 maggio 2011

Ri-equilibrio, conoscenza di Sé e auto-guarigione


Il desiderio dell'uomo moderno di ritornare ai suoi ritmi naturali, ci dice che risentiamo del peso dello stress, a cui siamo tutti sottoposti e che non possiamo più accontentarci di una breve vacanza o di un week end ogni tanto.

Allora facciamo più passeggiate o andiamo in palestra per scaricare la tensione, magari dedicandosi al culto del corpo troppo spesso con risultati fuorvianti, perché ci manca la conoscenza di come funzioniamo ad altri livelli oltre a quello fisico.
Il fatto è che abbiamo necessità di rigenerare costantemente la nostra energia, ma queste attività ce lo consentono solo parzialmente.

Per farlo in modo totale abbiamo bisogno di imparare a prendere contatto con il nostro corpo in maniera nuova.

Diventare consapevoli delle energie di cui disponiamo e imparare a dirigerle consapevolmente anche a livello emotivo significa anche sapere che tutta l'energia che ci manca e che possiamo recuperare dipende sostanzialmente da noi.

L'uomo moderno per il particolare momento che sta vivendo ha bisogno di riscoprire le capacità di auto-guarigione insite in lui.
La nostra energia va ripulita dalle tensioni e dalle tossine perché possiamo utilizzarla al meglio, anche e soprattutto quando è sovrabbondante, perché più distruttiva se mal indirizzata.

A generare le tossine spesso oltre che i fattori esterni come cibo, medicine, inquinanti vari ecc...hanno un ruolo predominante i nostri pensieri tossici e le nostre emozioni distorte.

Un validissimo aiuto per aiutarci a ritrovare salute ed equilibrio ci è offerto dallo shiatsu, meravigliosa sintesi di antichissime e moderne tecniche con comprovati risultati di benessere psico-fisico.
Ne parlo con entusiasmo anche dopo tanti anni che lo pratico perché non finisce mai di stupire i miei assistiti per i cambiamenti che ottengono, sorprendendo a volte anche me. Come per citarne uno recente, il caso di remissione di fastidiosi sintomi di un' ernia inguinale, già dichiarata da operare da parte del chirurgo. E' comunemente noto che per l'ernia, l'unica cura è la chirurgia!

La ri-armonizzazione delle energie crea un ponte tra mente e corpo, che permette nuove intuizioni per fare il salto di qualità e abbandonare comportamenti nevrotici e vecchie convinzioni, che implicavano situazioni indesiderate, sia a livello fisico che psicologico;
così da affrontare delicatamente e in modo nuovo vecchi problemi.
In fondo a pensarci bene l'abbiamo sempre saputo: le ferite che si rimarginano non sono forse una riparazione di tessuti dovuta alla nostra capacità di auto-guarigione?
Quindi si tratta di diventare consapevoli a più livelli di questa nostra capacità ed imparare ad utilizzarla sempre meglio.

Durante i trattamenti è possibile imparare, metodi e tecniche da fare proprie, per affrontare disturbi o prevenirli senza creare eccessive dipendenze dall'operatore.
A tale proposito ricordo il mini corso di respirazione online che ho estrapolato dal mio programma di shiatsu al quale si può accedere cliccando su "Padroneggia il tuo respiro" e a cui rimando chi è interessato.

Per ritornare veramente alla natura avremmo bisogno di cambiare stile di vita e di tantissimo tempo per noi.
Ma anche se da un lato ne avremmo il desiderio dall'altro lato molti vorrebbero occupare al meglio il poco tempo a loro disposizione, ecco dunque il perché fare nostre tecniche e metodi, che ci aiuteranno, oltre che a ristabilire l'equilibrio e a mantenere un buono stato di salute, a raggiungere il più alto scopo al quale ognuno di noi più o meno consciamente tende: ricerca interiore e conoscenza di Sé.

Dedicato alla tua rivitalizzazione.

Margherita

venerdì 8 aprile 2011

Un simbolo spiega la forza e il potere in noi


Il caduceo tutt'ora simbolo della farmacopea e della medicina ha origini molto antiche.

Rappresenta una verga con due serpenti simmetricamente attorcigliati e terminante con due ali aperte, attributo di Mercurio e simbolo di pace e di prosperità.

I significati che gli vennero attribuiti nel corso dei secoli sono molteplici.
Vediamone alcuni:
Il bastone rappresenta il potere, ma anche la colonna vertebrale dell'uomo, alla cui base è racchiusa la forza latente dell'energia Kundalini, che una volta risvegliata si dispiega attorcigliandosi lungo l'asse verticale.

Essa viene rappresentata da due serpenti, che starebbero a significare la dualità ovvero: il maschile e il femminile, lo yin e lo yang, il sole e la luna.
Le due energie pur mantenendo le due opposte posizioni si ritrovano come in un abbraccio amoroso per elevarsi oltre la materia, condizione spirituale in questo caso rappresentata dalle ali.
All'intero simbolo sono stati attribuiti più valori, oltre a quello della medicina, anche quello della fertilità-fecondità.

Qualcuno afferma anche che stia a rappresentare la lotta tra la malattia e la guarigione, ma la lotta è disordine, caos, mentre in quest'immagine la prima cosa che colpisce è l'armonia!

Quindi sono più propensa a vederlo come il simbolo della ritrovata armonia, tra due forze opposte come lo yin e lo yang.
Dal punto di vista metafisico, ma anche da quello psicologico abbiamo la trasformazione e la conseguente rinascita, come il simbolo del serpente suggerisce, con la sua capacità di cambiare la pelle.

Questa può essere paragonata alla capacità dell'uomo di disfarsi dalle vecchie abitudini, pregiudizi, condizionamenti, quando coltiva appropriatamente il suo potenziale di auto-guarigione insito in ognuno di noi.


I due serpenti del caduceo rappresentano anche la ritrovata armonia tra lo spirito e la materia.
L'immagine ci indica quindi, che dal dialogo interattivo tra i due potremo trovare la strada per uscire dai conflitti, che di solito sono la reale causa di tutte le malattie, anche le più gravi.

Ecco allora le ali che rappresentano i pensieri più elevati, che ritroviamo appunto in cima all'asta.

L'uomo può ottenere quindi la guarigione, anche con l'aiuto della medicina, ma potrà farlo in modo totale solo attraverso l'equilibrio, la forza e il potere di rinnovamento che trova in sé stesso.

La maggior parte dell' energia che dà equilibrio, forza e potere la recuperiamo attraverso una buona respirazione " Padroneggia il tuo respiro" è il mio mini corso che può aiutarti a ritrovare le condizioni psicofisiche ottimali per un vero processo di cambiamento.

Dedicato alla tua rivitalizzazione

Margherita

sabato 19 marzo 2011

Riflessioni su una "storiella indiana"


Un anziano apache stava insegnando la vita ai suoi nipotini.
Egli disse loro: " dentro di me infuria una lotta, è una lotta terribile tra due lupi.

Un lupo rappresenta la paura, la rabbia, l'invidia, il dolore, il rimorso, l'avidità, l'arroganza, l'autocommiserazione, il senso di colpa, il rancore, il senso di inferiorità, il mentire, la vanagloria, il senso di superiorità e l'egoismo.

L'altro lupo rappresenta la gioia, la pace, l'amore, la speranza, il condividere, la serenità, l'umiltà, la gentilezza, l'amicizia, la generosità, la compassione, la sincerità e la fiducia.
La stessa lotta si sta svolgendo dentro di voi e anche dentro ogni altra persona"

I nipoti rifletterono su queste parole per un po' e poi uno di essi chiese: " quale dei due vincerà?"
L'anziano semplicemente rispose "Quello che nutri"

Il vecchio apache con questa metafora dava un grande insegnamento ai suoi nipotini.

Io però vorrei aggiungere qualcosa a questa storiella.

E' molto importante conoscere a fondo questi due aspetti di noi.
Solo quando li avremo riconosciuti entrambi, saremo completamente padroni della nostra vita.


Sappi che nutrire il primo lupo sarà sempre più fonte di paura, isolamento e sofferenza.
E che anche le resistenze che potrai sentire nel nutrire il secondo lupo saranno dettate dalle errate convinzioni e dai vecchi condizionamenti.

Ma i risultati di queste distorsioni, puntualmente ti informeranno, che la dualità e i conflitti da cui è costituita la tua realtà è solo illusione, come ci hanno da sempre insegnato i vecchi saggi di tutte le antiche culture, e come ci insegna oggi la nuova scienza.

Per far fronte a queste resistenze ti propongo il mio mini corso "Padroneggia il tuo respiro" che trovi nella barra accanto e che ho estratto dal mio programma di shiatsu. Riequilibrando il tuo sistema energetico e fugando le paure puoi far emergere le tue migliori qualità, a intero sostegno della tua vera natura e dei tuoi talenti.

E allora i giochi subdoli del nostro inconscio usciranno allo scoperto, fino a quando, improvvisamente ci ritroveremo a vivere nel cambiamento in cui le sofferenze della nostra personalità si scioglieranno come neve al sole, perché saremo in grado di elevarci oltre la dualità.

Tutta l'energia, che prima sprecavamo per nutrire le distorsioni si ritroverà, inevitabilmente nell'unificazione della gioia e dell 'amore, che sarà il riflesso del nostro vero Sé, immutabile ed eterno.

Dedicato alla tua rivitalizzazione

Margherita

sabato 26 febbraio 2011

Scopri i sabotaggi che impediscono il programma "realizzazione sogni"


Cosa è che ti impedisce di ottenere ciò che dici di volere se non le tue resistenze?
L'accordo tra mente e cuore è elemento indispensabile senza il quale saremo sempre succubi del nostro subconscio.
Dire di volere qualcosa non equivale a volerlo veramente.

Il nostro subconscio svolge il ruolo maggiore nella nostra vita.
Proprio perché è nascosto, ci si parerà davanti con trucchi tanto subdoli, che non riconosceremo, tanto la paura l' ha forgiato così abile da ingannare persino noi stessi.
Ecco affacciarsi quindi i sabotaggi che ci suggeriscono comportamenti anti-producenti, con scuse molto convincenti, ma assolutamente false.

Noi pensiamo che la realtà sia quella che vediamo o che sperimentiamo emotivamente e non ci accorgiamo che a produrre i risultati siamo noi stessi.
E' sempre stato così, ma non ci rendiamo conto che questo è un dono dal quale abbiamo il diritto di trarre il massimo vantaggio.
Dobbiamo solo imparare ad usare questo "potere" consapevolmente.

Ecco una storiella esplicativa:
La pietra miracolosa - storiella Zen
Un giorno un uomo venne a conoscenza di una pietra dal potere miracoloso: una pietra color ocra che era in grado di trasformare qualsiasi metallo in oro! Visto che la notizia veniva da fonte attendibile decise di mettersi i viaggio.
Si cinse di una catena di ferro e si incamminò, ogni volta che vedeva una pietra color ocra, la raccoglieva e la batteva sulla catena che gli cingeva la vita, ma non accadeva nulla. Il ferro rimaneva ferro.
Di certo non sarebbe stata una ricerca facile, ma non disperava. Passarono i giorni, poi le settimane, i mesi e così via.
Dopo alcuni anni era ancora alla ricerca della pietra miracolosa, raccoglieva, batteva e buttava via.
Mentre percorreva la strada della periferia di un paese, un ragazzo lo salutò cordialmente e gli chiese dove avesse acquistato quella bella catena d'oro che portava alla cintura.
L'uomo confuso abbassò gli occhi sulla catena di ferro che portava in vita e .... si la catena di ferro era diventata d'oro! Ma lui non si era accorto di quale fra i tanti sassi che aveva provato era stato quello che aveva prodotto l'alchimia!
Quella che definiamo pura realtà quando attribuiamo i nostri insuccessi alla cattiva sorte, non è altro che l'inevitabile conseguenza, di un mancato allineamento tra la nostra intenzione e quello che i nostri pensieri e i nostri comportamenti attirano.

L'uomo della storiella era davvero intenzionato a trovare la pietra?
Se si fosse rivolto la domanda: "cosa voglio realmente"?
Avrebbe scoperto una ben diversa risposta. che probabilmente sarebbe stata: "cercare la pietra miracolosa". La sua mente infatti non era certo allineata al ritrovamento della pietra, altrimenti se ne sarebbe accorto!

Così anche noi talvolta ci accaniamo talmente per raggiungere il risultato, che la nostra ragione di vita diventa l'accanimento e lo sforzo, che compiamo e non più il raggiungimento del nostro proposito.
E' buona abitudine quindi riproporsi costantemente la domanda " cosa voglio davvero"? e rispondere sempre con onestà, perché il nostro cuore possa essere allineato alla nostra mente.

Per realizzare questo obiettivo la nostra energia deve essere stabile e ben radicata come l'albero alla terra e questo lo si ottiene facilmente con una respirazione efficace, per questo ti ricordo il mio mini corso Padroneggia il tuo respiro.
Ecco che allora con le nostre azioni coerenti potremo mettere in atto il pogramma "realizzazione sogni"

Dedicato alla tua rivitalizzazione.

Margherita

sabato 5 febbraio 2011

Dissolvere i conflitti (parte seconda)

Il vero eroe è colui che consegue la vittoria sull'odio e sulla rabbia.
Dalai Lama

La corrida
Opera di Alessandro Buschetti



Quanto più releghiamo in fondo e ignoriamo la nostra ombra, più si farà cruenta la lotta.
Come abbiamo potuto vedere precedentemente si tratta di far crescere il nostro potere.
Se avremo la necessità di capire potremo risvegliare in noi questo potere e potremo conquistarlo pienamente quando avremo trasformato i nostri conflitti, prima in riconoscimento, poi in accettazione.

Confrontiamo quindi questi stati d'animo continuando la nostra breve analisi della possibilità di trasformare le emozioni da distorte e spiacevoli a equilibrate e sane.

Orgoglio
E' sentirsi feriti da comportamenti o parole altrui, o anche l'incapacità di riconoscere i propri reali limiti.
Fa prendere posizione e impedisce di valutare le situazioni da altri punti di vista, è un sentimento che trascina verso l'auto-svalutazione di sé facendo cedere il proprio potere personale alle persone o alle situazioni, contro cui si instaura una lotta.
Può condurre fino all'auto-distruzione, ne sono un esempio il vittimismo, la testardaggine, o l'isolamento.

Umiltà
E' la capacità sia di sperimentarsi che di fermarsi allorquando cercando la possibilità di superare i propri reali limiti, si riesce ad ammetterli senza sofferenza.
Corrisponde ad assumersi le responsabilità della propria vita prendendo in mano le situazioni e sapendo fin dove possiamo arrivare, senza scartare l'ipotesi di poter migliorare.
Quando si è umili significa che si è imparato a saper vedere anche nelle cose poco piacevoli, che incontriamo sul nostro cammino, la lezione che la vita ci offre e a farne tesoro.

Paura
La paura è un'emozione che va riconosciuta con il dovuto discernimento, in una certa misura può essere utile e salvaguardarci. Si può assimilare alla prudenza e non peggiora la qualità della nostra vita.
Se è paralizzante occorre prendere atto che il nostro sistema è saltato e qualunque sia la causa che la scateni significa che c'è una distorsione nelle percezioni.
Di fronte alla paura più spesso o si scappa o si diventa aggressivi.
Ma qualunque sia il nostro comportamento o l'intensità di questa emozione la paura ci dice che ignoriamo una modalità equilibrata di affrontare la situazione.

Coraggio
Chi affronta una situazione che lo spaventa troppo, sia che si senta obbligato o che lo sia realmente, di solito vive una situazione traumatica. Quindi anche se ne esce vivo, potremo parlare di coraggio?
Il coraggio a mio avviso è la capacità di affrontare il rischio riconoscendo la sfida come elemento per permetterci di superare i nostri falsi limiti.
Un atto è considerato coraggioso dagli altri, perché si pensa che affrontarlo comporti un grande rischio mentre la persona che lo compie si ritrova ad agire in uno stato in cui la paura è assente o comunque oramai per lo più superata perché si sente in grado di dominare la situazione.
Occorre sapere come restare centrato ed imparare una modalità equilibrata di affrontare le proprie paure, solo allora possiamo parlare di vero coraggio.

Il coraggio così conquistato ci ridona tutto il nostro potere personale liberandoci dai conflitti.

La trasformazione di queste emozioni distorte ci induce ad un vero cambiamento e ad un rinnovato equilibrio.


Dedicato alla tua rivitalizzazione

Margherita

mercoledì 19 gennaio 2011

Dissolvere i conflitti (parte prima)

Le lotte interiori resteranno tali fino a quando non decideremo per la collaborazione.

Margherita

Opera di Alessandro Bruschetti
Lotta di Forze 1950





Qualunque pensiero, azione, sentimento, ricordo o condizionamento che abbiamo confinato nel nostro subconscio fa parte della nostra ombra, che controlla le nostre reazioni automatiche.
Queste sono quelle che prendono il sopravvento nella nostra vita a nostra insaputa e che spesso ci fanno soffrire senza che ne siamo coscienti.

Sono confinate talmente in profondità, che il più delle volte non solo non le riconosciamo, ma in buona fede siamo convinti che sia il cattivo comportamento degli altri la causa della nostra sofferenza.

Siamo quindi spinti ad aggirare l'ostacolo adoperandoci per nascondere e negare ciò che temiamo di scoprire.
Questo comportamento prima o poi farà riaffiorare lo stesso problema o sofferenza ingigantiti fino a quando saremo costretti a prendercene cura per forza.

Sia un disturbo fisico o psicologico, ansia, oppure insonnia o altro ancora, occorre imparare a dargli attenzione, il nostro inconscio ha molti modi di comunicare con noi, e più lo ignoriamo e più i suoi messaggi saranno incisivi.

Se vogliamo liberaci da queste sofferenze, la strada maestra è quella di far emergere il nostro lato oscuro ed accoglierlo con amore.

Scoprire in noi la capacità di elaborare le nostre distorsioni fino a trasformarle in atteggiamenti positivi, significa dissolvere i conflitti, prima nei nostri confronti e poi verso gli altri.

In noi esiste questa possibilità; possiamo ridestarla con l'aiuto di tecniche adatte allo scopo come lo shiatsu che tratta l'energia del nostro corpo e risveglia la nostra capacità di auto-guarigione.

La respirazione consapevole che tra gli altri benefici aggiunge calma e lucidità mentale alle nostre azioni.

Riattiviamo queste possibilità dentro di noi, perché trasformare non è altro che ritrovare l'equilibrio di alcuni stati emozionali distorti!
Per citarne soli alcuni siamo in grado di trasformare:

Il giudizio in perdono, l'orgoglio in umiltà, la paura in coraggio, il servilismo in servizio, l'ignoranza in conoscenza
Prendiamone uno alla volta:

Il Giudizio
Siamo nel giudizio quando, pur mancando delle necessarie informazioni, per conoscere a fondo gli eventi e le persone, o anche malgrado ciò siamo inclini alle deduzioni e all'insulto e incapaci di vederci nei panni dell'altro.
E' di solito il frutto di grandi condizionamenti e aspettative assorbite dall'ambiente, che impedisce le sane capacità di critica costruttiva.

Perdono
E' la capacità di comprensione delle motivazioni e dei sentimenti nostri e di quelli degli altri.
Include la capacità di perdonare se stessi completamente e profondamente e mette in contatto con la parte più vera di noi riconoscendo e accogliendo anche il nostro lato oscuro.
Dona la possibilità di guardare avanti con fiducia in noi stessi e scoprire che più ci amiamo e più siamo amati.

Questi sono i primi doni che la trasformazione porta con sé

....I prossimi doni nel prossimo post.
Dedicato alla tua rivitalizzazione.

Margherita