lunedì 5 novembre 2012

Innocenza o tentazione?

      
L'amore ha conosciuto proposte tanto ardite, ma così innocenti che se peccato c'è, peccato fu non soddisfarle.
Margherita


Siamo esseri semplici e complicati allo stesso tempo, ci sentiamo fortemente e naturalmente attratti da alcune cose, che facciamo con la massima disinvoltura senza avere percepito la minima tentazione: questo è lo stato dell'innocenza!
Amo fare questa cosa e sento che mi arricchisco e mentre faccio ciò, godo o soffro, ma da questo traggo sempre la mia personale esperienza di vita.

Le cose però non vanno sempre in questo modo, ci sono delle volte che le nostre più naturali pulsioni, quali l'espressione della sessualità, espressioni di affetto, o semplici curiosità verso aspetti della vita, che potrebbero farci provare emozioni nuove, vengano anticipatamente etichettate e bollate come sconvenienti o peccaminose, e quindi avendole già ricevute cariche di pregiudizi, noi stessi abbiamo preconcetti a riguardo e il solo pensarle ci suscita turbamento minando alla radice la nostra determinazione. Se poi dovessimo osare sperimentarle, in queste condizioni mentali, al capolinea troveremmo ad aspettarci il  ben noto senso di colpa.

La tentazione è costituita da questi ingredienti: giudizio, dubbio, senso di colpa, paura, vergogna.
Sentiamo l'impulso e contemporaneamente una restrizione che rema contro, perché c'è una regola, una promessa, un giuramento, una convinzione cristallizzata.
Un bambino è innocente, senza tentazione, senza conflitto, fintanto che sperimenta i suoi candidi desideri di felicità. Ma quando l'adulto introduce il giudizio, e il senso della colpa e della vergogna, perché quella cosa la considera inammissibile o sconveniente ecco che tutto cambia.... e si affaccia la tentazione.

Se pensiamo alla preghiera del "Padre nostro" e in particolare alla frase "non ci indurre in tentazione" siamo subito portati a pensare a cose terribili dalle quali stare lontani perché peccaminose.
Ma se proviamo a rivolgere l'attenzione solo allo stato d'animo che la parola "tentazione" induce scopriamo che quello che definiamo tentazione, cioè: "vorrei poter fare ciò che vorrei, ma non posso, perché qualcuno mi dice che non si può" (con tutto ciò che ne consegue), è  uno stato d'animo, che ben conosciamo e che di solito chiamiamo  "conflitto".

E' straordinario! Alla parola tentazione possiamo benissimo sostituire la parola conflitto, perché la tentazione cos'altro è, se non un guerra interiore tra ciò che sono i nostri desideri e le nostre più naturali pulsioni e ciò che la nostra educazione, cultura, o religione ci hanno invece inculcato?
La scoperta è che ciò di cui dobbiamo liberarci è la tentazione, cioè il conflitto, mica l'azione  in sé, 
la quale cambia valenza a secondo dello spirito con cui la compi! 
In fondo anche la rinuncia auto-imposta può diventare un male, se fatta controvoglia o senza convinzione. 

Credo che tutti saremmo più inclini a pregare in questo senso "Signore non indurci in conflitto"; in pratica questo sarebbe il ricercare quello stato d'animo sereno in cui se fai qualcosa lo fai con convinzione, senza costrizione né esterna né interna e senti che nel farla hai dentro di te solo pace, ma più spesso anche gioia.

In questa visione della tentazione come conflitto scompare ogni giudizio rispetto a cose giuste o sbagliate, come scompaiono i pregiudizi rispetto a male e bene, ed è questa una conquista che richiede il desiderio e la costanza di fare un profondo lavoro di consapevolezza su di sé !

Naturalmente finché non siamo in grado di contattare il nostro Sé e definire la nostra etica personale, manca la consapevolezza di decidere cosa vogliamo veramente per noi ed è in questa fase, che siamo costretti a  seguire regole imposte dall'esterno, e che siamo soggetti alla tentazione.

Al contrario, una volta liberati dai condizionamenti esterni  potremo  stabilire i nostri canoni consapevolmente   e saremo in grado di prendersi la responsabilità di seguire la nostra etica personale e quindi liberarci  anche dal giudizio, dal dubbio, dalla paura, dai sensi di colpa, e dalla vergogna  influenzando pacificamente il nostro operare nel mondo e ridonandoci il gusto di vivere.
Allora potremo dire che l'innocenza ha conosciuto la tentazione, ma se ne è liberata!

Approdare a questo cambiamento che io chiamo "innocenza consapevole"  per qualcuno potrebbe essere un'utopia un sogno.....  e se invece fosse proprio questo il traguardo per nascere di nuovo e tornare ad essere innocenti come fanciulli?

Dedicato alla tua rivitalizzazione


23 commenti:

  1. Troppo bello ciò che hai scritto ...Mi piace!
    Vessa .

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  2. Non sono d'accordo, tutto questo ragionamento e specificatamente, prendendo una frase a caso, "Al contrario, una volta liberati dai condizionamenti esterni potremo stabilire i nostri canoni consapevolmente e saremo in grado di prendersi la responsabilità di seguire la nostra etica personale e quindi liberarci anche dal giudizio, dal dubbio, dalla paura, dai sensi di colpa, e dalla vergogna influenzando pacificamente il nostro operare nel mondo e ridonandoci il gusto di vivere"

    induce a perdonarsi... perdonare anche le devianze.

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    1. Certamente Vince, non possiamo avere tutti la stessa visione delle cose, ma quello che tu dici a proposito delle devianze non presuppone certo di aver fatto un gran lavoro su di sé, come invece avevo ben precisato poco sopra alla frase da te citata. Quello poi del perdonarsi è invece un'altro argomento che ho già trattato in un precedente post al quale ti rimando, sempre che ti interessi approfondire il mio punto di vista! http://www.equielementi.com/2010/11/comprendere-il-perdono.html

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  3. Che bello! Grazie Margherita!
    In questi giorni ho attentamente assistito a vari video dove Jiddu Krishnamurti cerca di costruire idealmente appunto la nascita del conflitto, dell'individualismo e della esagerata attenzione verso il proprio ego.
    Sono molto contento di leggere il tuo messaggio dall'altra parte del mondo,
    questo dimostra quanto tutto sia totalmente interconnesso.
    Possiamo iniziare tutti assieme a stare bene. Basta volerlo realmente.
    Un abbraccio
    Tommaso

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    1. Anche io ringrazio te Tommaso. Quando si vibra sulle stesse frequenze non c'è né tempo né spazio che possano ostacolare l'interconnessione. Aprirsi a questa realtà può davvero essere l'inizio di un modo nuovo di stare bene insieme.Ricambio di cuore l'abbraccio.

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    2. Quanto è vero! Che bello Margherita leggere quotidianamente le tue riflessioni, fanno compagnia... C' è tanto bisogno di cose "sentite" :)

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  4. "L'unico modo per liberarsi di una tentazione è abbandonarvisi:
    resistete, e la vostra anima si ammalerà di nostalgia
    per le cose che si è vietata,
    di desiderio per ciò che le sue mostruose leggi hanno reso mostruoso
    e fuori legge"
    (Oscar Wilde, "Il ritratto di Dorian Gray")

    cheerz
    cnc

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    1. Quale autorevole personaggio a sostegno di questo punto di vista... e ne spiega anche le conseguenze! Grazie Anonimo!

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    2. Penso anche io che bisognerebbe abbandonarsi alla tentazione per capire, per poi liberarsi, è vero che c'è nostalgia nell'anima se non si prova la tentazione, però penso che sia una prova dell'anima ed è difficile superarla, penso che sia pericoloso ci si può fare del male inutilmente, chi lo dice che bisogna passare dalla prova, potrebbe non essere neccessario passare da lì, però ci aiuta a crescere soffrire in questo modo, grazie Margherita delle tue belle parole, quando poi nasce il conflitto purtroppo non lo possiamo controllare, e ci fa male, e allora ti chiedo, come eliminare il conflitto? Il senso di colpa che ci fa male? Io per esempio sono fatta in un certo modo e mi vengono delle ferite interne quando faccio qualcosa che non va bene per me, quando frequento delle compagnie che non vanno bene per me, mi vengono i conflitti interni, e delle ferite interne, perchè sono cristallizzata in un certo modo, e allora che posso fare? Io ci sono riuscita a stare meglio cambiando compagnia e evitando certi ambienti, ma la tentazione ancora mi viene quando ci penso, e ancora penso di essere forte, perchè so che mi faccio del male altrimenti, mi potresti dare un consiglio allora per come elimiare il senso di colpa? Grazue Margherita e ciaoo.

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    3. Sono d'accordo che potrebbe non essere necessario, ma quando ci si trova nel conflitto c'è sempre una prevalenza anche se pur minima che ci spinge maggiormente o in una direzione o nell'altra.Bisogna imparare a leggere quella prevalenza dentro di noi .Anche se ci sono sicuramente altri mezzi, come ad esempio i fiori di Bach adeguati. Provo a rispondere alla tua difficile domanda con un altro mio post, vedi se questo può aiutarti http://www.equielementi.com/2011/08/le-tre-vie-per-le-nostre-emozioni.html

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  5. Tentazione presuppone conflitto...l'uomo centrato non vive nel conflitto.
    Non c'è scelta...non c'è libero arbitrio...non è necessario.
    C'è decisione nell'essere. C'è volontà nel divenire.
    Tutto quì.
    Un abbraccio di Luce per tutti

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  6. Ciao Giuseppe è semplice per chi c'è già nella centratura, ma difficile conquista per chi ancora si dibatte nei condizionamenti tra male e bene, e sta imparando ad ascoltarsi. Equilibrio nel cambiamento si propone di fare un po' di luce su concetti per molti ancora oscuri.
    E l'uomo centrato deve sempre fare attenzione, perché gli inevitabili cambiamenti minano continuamente l'equilibrio di ciascuno.
    Grazie del contributo, un abbraccio anche a te!

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    1. Gesù AMAVA dire:" Quello che faccio io lo potete fare anche voi, ed anChe di più"
      Ci vuole volontà, attenzione, accettazione e consapevolezza.
      Il lavoro da fare per giungere a questo passa tutto dalla mente, dai nostri pensieri in quanto"NOI SIAMO CIO' CHE PENSIAMO"
      Ed il lavoro sui pensieri possono farlo tutti...se solo lo vogliono.
      Un abbraccio di Luce


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  7. Certo volere è potere e l'obiettivo come dici è realizzare l'insegnamento del Cristo!!!!Ma non posso concordare che solo col pensiero si possa tutto e che tutti possono fare un lavoro sui pensieri a comando. Bisogna tenere conto delle emozioni che sono create anche loro dai pensieri. Tutto passa attraverso il cuore e solo se uniti armonicamente cuore e mente raggiungono le vette dello spirito. Solo allora potremo intraprendere un cammino di vera consapevolezza per realizzare l'insegnamento del Cristo.
    Di nuovo ti ringrazio per lo spunto.
    Namastè

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  8. Certamente unione tra Cuore e Mente.
    Le emozioni nascono dai pensieri...al vertice della piramide ci sono sempre i pensieri.
    A tal proposito ti suggerisco di leggere questo mio articolo che chiarisce ogni concetto. Clicca quì
    http://lucideimaestri.sitiwebs.com/page22.php

    Namasrè

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  9. Molto bello sito e immagini, esaustivo il tuo articolo Giuseppe, complimenti e grazie per avermici inviato! Espresso così il concetto lo condivido in pieno!
    Namastè

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  10. Quando si percorre con consapevolezza il Sentiero, ad una certa tappa del viaggio, ci si accorge di parlare tutti la stessa lingua, anche con concetti differenti...
    un abbraccio di Luce
    Namastè

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  11. c'è il male e c'è il bene e possiamo essere attratti dal male per mille ragioni. La tentazione di fare il male può dipendere da mille fattori, condizionamenti, credenze, etc. Non ci indurre in tentazione= non lasciare che i lati positivi di lasciarsi andare al male prevalgano. " Ma liberaci dal male". Coltivare una profonda consapevolezza = avere senso di discernimento, saper scegliere in modo saggio ( e comunque non è detto che non si rischi sempre di fare degli errori. sia nel caso in cui si fa qualcosa di inopportuno che nel caso in cui si rinunzia a fare qualcosa di opportuno. Peraltro non ci è data la prova del contrario. Traiamo comunque il meglio dalle nostre esperienze, dalle nostre scelte.
    Simone

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    1. Simone il concetto di bene e di male che tu esprimi è quello che la religione cattolica ci insegna e non è esattamente quello che volevo esprimere io, ma ognuno vede le cose dal proprio punto di vista e di questo possiamo solo prenderne atto.

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  12. credo che sia la stessa sensazione provata quando decisi con le mie forze e la mia determinazione di non essere più necrofago: come essermi autoscomunicato pisciando in testa alla Chiesa.
    Semplicemente meraviglioso!
    Pet-Cha

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  13. Meraviglioso!..... cogliere al volo la possibilità di autoaffermarsi, seguire i propri impulsi assolvendosi da qualsiasi conflitto o senso di colpa... Troppo semplice!! Si può fraintendere! E' proprio tutto così buono e perfetto?
    "In medio stat virtus"... credo sia il modo migliore per interpretare quanto affermi nel tuo articolo. Liberarsi dall'eccesso di conflitti che opprimono e torturano l'anima è certo un cammino auspicabile, ma... non credo significhi crearsi una "etica personale" completamente avulsa da principi universalmente riconosciuti e vissuti, libera da canoni che non siano quelli fissati dalla nostra personale consapevolezza. Così si va un po troppo oltre:: ciascuno si crea una regola etica propria e "Evviva l'anarchia"! Il giusto mezzo potrebbe essere valutare, esaminare, scegliere le norme universali nelle quali ci si riconosce, accettarle, farle proprie e riuscire a seguirle con convinzione. E se queste norme ci sono date dalla religione, ben vengano nella misura in cui diventano la scelta dettata dalla fede e dall'amore verso chi (il Cristo, la Parola) ce le indica. Cristo non imponeva nulla, ma indicava la via da seguire per essere felici nella perfezione di figli di Dio.(ed io non mi sento figlio di nessuno...)
    Un esempio che ti parrà banale: andando un po' fuori dagli impulsi sessuali, cui hai fatto esplicito riferimento:, potrei per oppormi al male ricevuto, essere "tentata" di vendicarmi pesantemente, magari anche uccidendo il mio nemico. Seguo il mio impulso o entro in "conflitto" ricordando leggi umane e divine che si oppongono al mio desiderio di vendetta? Come evitare il conflitto: divenendo un innocente assassino o cercando di accettare quelle regole che coscienza e ragione stessa mi indicano?. Le farò mie convinta che se pure imposte dall'esterno sono le uniche che mi rendono capace di una umana sociale convivenza. E tornando all'ambito sessuale, è tutto lecito e innocente o, religione o non religione, qualche limite deve pur esserci, anche se cozza con i miei impulsi e desideri innocenti?
    A mio modesto parere tutto sta nel far proprie le regole esterne e viverle non come imposizione ma per scelta,, una scelta dettata da consapevolezza e... Amore! (con le inevitabili deroghe dovute alla umana realtà che purtroppo rimane in eterno conflitto..., ma imparando anche a perdonarsi, sapendo di essere già stati perdonati)

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  14. Non posso aggiungere nulla se non che sono perfettamente d'accordo,che nella società se vuoi vivere da essere civile le regole vanno seguite non per obbligo, ma per scelta, cosa davvero difficile di questi tempi.Potrei solo fare accenno al rispetto che ognuno per vivere serenamente dovrebbe sempre a se stesso e agli altri,. Ma per ora mi spiace doverlo dire, vedo che c'è ancora molto lavoro da fare in questo senso.Bellissimo il tuo commento Angela, grazie!

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