venerdì 18 gennaio 2013

I sette Specchi Esseni (parte prima)




I nostri rapporti umani spesso sono conflittuali, ma potremmo imparare un nuovo modo di comunicare con l’altro,  tale da  poter comprendere il senso della dualità.

Il giudizio e l’arroganza spesso ci rendono ciechi di fronte a  degli atteggiamenti mentali fuorvianti, che abitualmente adottiamo nel corso della nostra vita.

I sette specchi Esseni delle relazioni fanno luce su questi atteggiamenti  mostrandoci un altro modo di approcciarsi agli altri, che può farci riflettere e farci prendere coscienza, che per uscire dal conflitto occorre sviluppare le qualità di cui siamo carenti.

La ricerca sugli Esseni ci porterebbe  a discutere a lungo e in modo alquanto dispersivo se questo antico popolo  fosse una setta di estremisti  guerriglieri rivoluzionari, che combattevano strenuamente ogni forma di male, oppure fossero dei medici e guaritori  molto evoluti spiritualmente tanto da essere in contatto con esseri soprannaturali quali gli angeli, che già all'epoca venivano considerati frequenze di luce.
Ma forse queste due apparenti contrastanti versioni possono trovare una loro collocazione e un punto d'incontro nel libro Il vangelo Esseno della pace che potrebbe fare già un po' di chiarezza.

Quello che si è potuto sapere sugli Esseni ci è pervenuto in massima parte dalla decodificazione dei rotoli di Qumram ritrovati nel 1947 circa.
 Di certo si sa che essi vissero all'epoca del Cristo, e che quindi il Gesù storico ha avuto contatti con loro, anche perché all'epoca sette e comunità a sfondo religioso erano fiorenti in Palestina.

Per cui, se gli Esseni appartenessero ad una semplice setta dentro o  fuori dalla comunità ebraica o fossero dei grandi maestri poco importa perchè trovo, che quella degli specchi sia una profonda analisi delle inter-dipendenze tra le nostre emozioni e l’ambiente nel quale le agiamo. 
Direi che  vale la pena di prendere in considerazione queste classificazioni, anche alla luce delle nuove scoperte relative alla fisica quantistica, che ci parla di frequenze e collegamenti sottili tra tutti gli esseri.

La ricerca costante dell’armonia potrebbe essere il nuovo paradigma, dove le parole del Cristo troverebbero il loro compimento. "Voi avete udito ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico, ma io vi dico amate quelli che vi odiano"   
  
1) Il primo specchio Esseno ci svela il mistero di  quello che sentiamo e siamo nel momento presente.
Se ad esempio rispondiamo a qualche provocazione con comportamenti di rabbia e paura, questo è ciò che le nostre frequenze emanano nell’ambiente e che vengono raccolte da chi ci ributta addosso queste emozioni. Allora non potremo far altro che risuonare con esse rispondendo con rabbia e paura fino a quando non decideremo volontariamente di uscire da queste emozioni. 
Ma se le nostre frequenze emanano gioia, altruismo o altri sentimenti positivi, l’ambiente rispecchierà  questi comportamenti e noi saremo in grado di vedere come ci stiamo relazionando in quel momento.

2) Il secondo specchio esseno si differenzia  dal primo perché non rispecchia ciò che proviamo, ma riguarda il giudizio che noi diamo ai comportamenti delle persone con cui interagiamo.  Se  facendoci la domanda: "sono io stesso a comportarmi a quel modo?" possiamo rispondere onestamente di no, allora significa,   non che stiamo vivendo quelle problematiche, ma che le stiamo giudicando. E questo può succedere sia che si tratti di rabbia, paura, rancore o anche gioia e divertimento. Ad esempio: “che ci sarà tanto da ridere?” “ ma tu ti diverti!” detti con malanimo sono giudizi dei quali possiamo prendere coscienza.
La scoperta di questo secondo specchio ci dà la consapevolezza di cosa stiamo giudicando.

3) Il terzo specchio Esseno è uno dei più facili da riconoscere perché si tratta di quello che normalmente potremmo definire il colpo di fulmine. 
Incontriamo una persona per la prima volta e guardandola negli occhi la sentiamo così familiare e sentiamo un’attrazione magnetica verso di lei, che ci fa provare effetti fisici anche sconvolgenti.
In questo caso dovremo prendere in considerazione il fatto che durante la nostra vita per poter sopravvivere a esperienze dolorose abbiamo dovuto rinunciare a qualche parte di noi, che invece ci si rivela attraverso gli occhi di quello sconosciuto/a.
Ad un tratto sentiamo il bisogno di stare con lui/lei perché percepiamo, che potremmo ritrovare la nostra interezza.
In questo caso la domanda da porsi  è "Che cosa ha lui/lei che invece io ho dovuto abbandonare o ho ceduto, o mi è stato portato via?"
Vi sorprenderà il fatto che imparando a farvi questa domanda, questa sensazione di familiarità potremmo provarla con chiunque.
E' ritrovando queste parti mancanti dentro di noi,  che possiamo indurre un vero cambiamento e ricomporre l’interezza della nostra anima.
Attraverso questa conquista  potremo vivere in pace con noi stessi e con gli altri proiettandoci in un esperienza di vita del tutto nuova.


Dedicato alla tua rivitalizzazione

I prossimi specchi nel prossimo post

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