lunedì 29 aprile 2013

Hai davvero pazienza?



Le pescatrici - opera di Alessandro Bruschetti (copyright)
 "Con la sopportazione coltiviamo il rancore, con la pazienza l'amore"
  Margherita


Qualcuno crede che essere pazienti significhi subire passivamente ingiustizie o prevaricazioni, tipo mandare giù bocconi amari e sopportare ad oltranza situazioni  insostenibili, magari covando sentimenti di odio o rancore.

Sicuramente questa non è la pazienza di cui si parla quando ci riferiamo a quel sentimento d'amore che accompagna la vita con fiduciosa attesa, perché ciò che era da fare è stato fatto e  ormai dipende da noi solo la parte che concerne la paziente attesa degli sviluppi.
Come quando il pescatore getta le reti e sa che ne ha riparato tutti i buchi, conosce le correnti del luogo che ha scelto, insomma ha predisposto ogni cosa in modo che la pesca risulti proficua, a questo punto solo la pazienza e poi la sua abilità nel ritirare le reti garantiranno un abbondante pesca.

Quello che riguarda invece quel sentimento di rancore e sopportazione che scambiamo per pazienza è piuttosto un'emozione sulla quale possiamo agire attivamente invocando la benedizione della vera pazienza.
Che quando arriva fa cadere ogni critica nei confronti dell'altro, non perché non si vedano più gli errori, ma perché scatta quel sentimento di compassione, che fa si che possiamo accettare tutto e tutti  per come sono, comprendendo i loro comportamenti come il loro limite attuale.
Da questo punto di vista tutto ciò  che viviamo e che richiede pazienza, può solo insegnarci che gli ostacoli devono essere gli stimoli per guadagnare e non per perdere, autostima, fiducia, coraggio, serenità.

La vita ci insegna, che se di fatto stiamo ristagnando in una situazione che non ci piace e che non tende a sbloccarsi significa che la stiamo sopportando e che contribuiamo inconsciamente a perpetuarla quindi, o non ci abbiamo lavorato abbastanza, oppure lo facciamo in modo inefficace.

A questo punto so che qualcuno potrà dire:"ma come?.... io ce la sto mettendo tutta e tu dici che non ho fatto abbastanza o che ho sbagliato tutto!" Grazie per la comprensione!!!"
Si è vero, finora hai resistito con quella che abbiamo visto essere una tenace ed incrollabile "così detta pazienza".  

Ora la pazienza di cui ti sto parlando,  in realtà è sinonimo di resilienza, che in psicologia indica la capacità dell'uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e uscirne rafforzato e addirittura trasformato positivamente. Il che significa lasciare andare le resistenze per conservare le proprie energie, mentre salire di frequenze e conquistare un nuovo equilibrio sarà la naturale conseguenza della nuova visione. 
Quando scopri la vera pazienza, trovi anche la forza e il coraggio di fare cose di  cui prima non ti sentivi capace, come quella di andartene da situazioni che ti stanno strette, tanto più che sai che dovrai accettare,  per ora, di non  essere capito.  

Tempo fa se qualcuno mi diceva che non gli piaceva qualcosa di me, o qualche mio comportamento, restavo male e provavo risentimento, fino a quando ho realizzato che se io mi piaccio e soprattutto riesco ad accettarmi per come sono, qualunque critica negativa che mi venga rivolta, mi lascia emotivamente indifferente.

Fermo restando il fatto che una critica costruttiva, che punti ad un difetto, oggi riesco ad accoglierla, senza per altro mettere in discussione la mia autostima.
In coscienza però so che quando ci sono resistenze a voler ammettere una certa verità su noi stessi, più che accettare si tende a incolpare l'altro per averci giudicato aspramente.
Ecco è qui che mi sono  accorta, che desideriamo sentirci dire sempre delle cose belle, perché almeno gli altri possano accettarci, dato che noi stessi non ci stiamo accettando abbastanza. 
Ne consegue che il lavoro da fare è ancora su di noi e precisamente sull'accettazione di noi stessi.
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Se io mi piaccio le critiche le accoglierò come possibilità di riflessione, e ancora se mi piaccio ciò che io dico agli altri uscirà dal mio cuore con sincerità e amore, per questo non posso essere ferita dal fatto che l'altro fraintenda ciò che volevo esprimere, anche se di rimando mi tratterà sgarbatamente.

Potrò essere dispiaciuta per non essere riuscita a sintonizzarmi con l'altro, ma è proprio qui che entra in gioco la  vera pazienza, che passa attraverso il cuore e si trasforma in resilienza.
Oggi naturalmente quando non gradisco consigli o pareri su di me preferisco non chiederli, ma se qualcuno li esprime comunque, anche se sono negativi non mi turba granché.
E se un poco ancora mi turba realizzo che il problema è un problema di comunicazione  e allora mi chiedo se ho fatto tutto ciò che era in mio potere o se posso imparare ancora qualcosa sull'argomento.

Comprendere questo modo di essere pazienti significa lasciar andare anche l'eccesso di rigidità e di autocritica e soprattutto saper perdonare i nostri stessi errori, non per ripeterli ad oltranza, ma perché diventino delle pietre miliari che segnino il nostro cammino, e ci indichino che da quei punti non è più necessario passare.

Con questo spirito affrontare le avversità sarà più leggero, in modo particolare se ci adopereremo per ri-armonizzare la nostra luce interiore . Così invece che la brama di ottenere qualche risultato nel comportamento dell'altro, che soddisfi il nostro ego, coltivare la vera pazienza sarà un gradito compito per migliorare se stessi, nella fiducia, nel non giudizio e nel reale desiderio di cambiamento per un mondo migliore.

Dedicato alla tua rivitalizzazione



martedì 16 aprile 2013

Siamo stati creati per vivere felici



L'uomo padrone di sé pone fine a un dolore con la stessa facilità con cui improvvisa una gioia.

Oscar Wilde


Siamo stati creati per vivere felici e non per soffrire, bensì  per espanderci in ogni direzione, non alla conquista di nuove terre, né al predominio sugli altri, ma alla conquista di noi stessi, per affermare il nostro potere personale e i nostri talenti, oltre che per offrire il nostro servizio e i nostri doni.

Tutti i dogmi, i condizionamenti delle religioni, gli insegnamenti distorti, ci hanno fatto credere che siamo colpevoli, che non valiamo nulla, o che non siamo all'altezza delle situazioni e quindi dobbiamo volare basso e uniformarsi alle leggi del branco.
Da questi valori sono scaturite le guerre e le miserie del genere umano, ma questi sono oramai vecchi e inutili fardelli.... alleggeriamoci!
E’ come se ci trascinassimo dietro un forziere pieno di banconote delle vecchie lire, con la convinzione che siano ancora valori utili e pretendessimo di spacciarle per buone.
Quanta energia sprecata!

Senza che ce ne accorgiamo il nostro subconscio opera nell'ombra, il suo unico scopo è quello di far sopravvivere l' insana emozione della paura
Ogniqualvolta ci apprestiamo a desiderare qualcosa di nuovo e di bello per noi, ecco la forza dell’inconscio, pronta a dissuadere la nostra mente: "No non farlo può essere pericoloso"! oppure se ci apprestiamo ad abbandonare vecchie e obsolete abitudini: "E' la sola cosa che ti rimane, se togli anche questa cosa ti rimarrà"?

Non possiamo esimerci dal riconoscere che a volte siamo in chiusura ed a volte in apertura verso il mondo.

Così, che pare che dentro di noi alberghino due persone, ed è esatto!
Quella che agisce in chiusura è la parte che ha fatto esperienze traumatiche  che sa che quell'esperienza lo ha portato ad un risultato indesiderato, quindi questa volta pensa che potrà evitarlo difendendosi con la paura perché oramai sa come funziona.
Nulla di più sbagliato! Questo è il trucco per immobilizzarti e impedirti di progredire.

Il ricordo di quell'esperienza e del suo  risultato,  sebbene sia oggi  visto con gli occhi di un adulto, porta con sé il peso di un condizionamento profondo avvenuto nell'infanzia.
La cristallizzazione del trauma avvenuto allora impedisce di trovare il coraggio di sperimentare il nuovo, così che a segnare i comportamenti di noi adulti sono  esperienze vissute decine e decine di anni fa.

Occorre fare una totale pulizia di tutti i traumi vissuti nel passato e cancellarne la memoria a livello cellulare.
Come fare?! Oggi abbiamo svariati strumenti per farlo sia a livello fisico che emozionale. Ad esempio eccone alcuni utili in un percorso di consapevolezza: La meditazione guidata per il riequilibrio dei  sette chakra   
Ottimi anche i fiori di Bach, veri e propri armonizzatori emozionali
Fare uso di  una corretta respirazione, dalla quale sappiamo di poter trarre energia vitale;
Senza dimenticare il movimento in cui il corpo è protagonista.

Certo a volte la paura gioca il ruolo determinante perché ci si viene a trovare non di fronte all'emozione che possiamo riconoscere, ma siamo tanto influenzati dalla paura, da assumerne tutti i comportamenti senza neppure più riconoscerla.
Se resteremo fermi nella volontà di continuare su un percorso di crescita personale e di riequilibrio volontario, ci sarà concesso di trovare la strada che ci porterà, non solo ad allontanarci da questi traumi passati, ma ai nostri occhi si aprirà la visione di una nuova realtà, perché ad ogni nuova azione che compiamo con il cuore aperto e uno spirito sgombro dalla paura saremo sorpresi da come  i risultati saranno totalmente diversi da quelli del passato.

Fare chiarezza e vedere tutte le paure, i timori, le resistenze, gli auto-sabotaggi scomparire, ci renderà consci che tutto ciò che ci frena non è più degno di essere preso in considerazione. Man mano ci renderemo conto, che non serve più nessuna resistenza, quando, saldi nella nostra conquistata volontà, spinti dal desiderio di cambiamento vorremo trasformare tutti i vecchi condizionamenti in abilità positive ed arricchenti.

Nell'inconscio risiede una grande potenzialità mal utilizzata fino ad ora dalla maggior parte di noi.
Il nostro compito è farla diventare nostra alleata non in chiusura, ma in apertura, perché possa sprigionare tutta la sua forza e la sua grandezza.
Così mentre svilupperemo, con impegno costante, tutto il potenziale dei doni che abbiamo ricevuto,  ci accorgeremo che tutto ciò coincide con  le passioni e i desideri della nostra vita.

Conquisteremo nuovi valori come la consapevolezza, che siamo esseri divini e che compiamo un’avventura su questa terra per godere, condividere e offrire agli altri  tutti i doni, che abbiamo coltivato per la nostra gioia, e per la gloria della vita stessa.

Dedicato alla tua rivitalizzazione