venerdì 14 giugno 2013

Serendipity, magia in azione


"Quando la soluzione è semplice è Dio che sta rispondendo"
Albert Einstein 
Tutto nel mondo è energia e vibrazione, anche le parole che emettiamo, (suoni) luci, colori, forme, sono frequenze che possono  risuonare con la nostra struttura molecolare e addirittura con il nostro DNA fino a trasformarlo.

Vengono definiti miracoli quei fenomeni che la scienza non sa ancora spiegare, quel qualcosa che  avviene su un altro piano di realtà e su frequenze che non siamo abituati a contattare.

Le esperienze vissute nel tempo, i traumi, le emozioni tristi o spaventose, hanno fornito la capacità ai nostri sistemi di reagire a determinati stimoli. Tali reazioni  tradotte in fisica quantistica sono classificabili in frequenze più o meno alte. Le note musicali sono un ottimo esempio di vibrazioni che mutano frequenza.
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Il sistema nervoso di ognuno di noi si tara su certe frequenze che corrispondono alla propria "zona di confort", che nulla ha a che vedere con la comodità, anzi a volte è esattamente il contrario, ma questo non ci convince affatto, che sarebbe meglio uscire dai vecchi schemi abitudinari.

Così restiamo incollati a delle convinzioni del tipo: "Prima o poi qualche malattia o la crisi ci colpirà,  o bisogna stare attenti ai ladri", "Hai sentito"? e incominciamo con l'elenco della cronaca nera degli ultimi telegiornali coltivando paura su paura, come quella della povertà, della solitudine, ecc...) e non sappiamo che più pensiamo a questi eventi tristi e paurosi, più vibriamo su quelle frequenze, fino ad attrarre a noi ciò che temiamo.
Se ci accorgessimo che ogni giorno viviamo lungo percorsi tracciati dalla nostra mente, ci potremmo accorgere anche di essere ingabbiati in questi percorsi e che siamo per lo più guidati da reazioni automatiche che come descritto sopra ci remano contro.

Uscire da questi meccanismi non è sempre semplice, ma già sapere che ci siamo dentro può indurci a voler  cercare la via d'uscita.
E' la consapevolezza di questa nostra condizione, che può darci la spinta a voler uscire da  quegli automatismi che a sempre più persone cominciano a stare stretti. 
Roy Martina, un grande maestro dei nostri tempi, nel suo ultimo libro Christallin- la magia della guarigione ci insegna a cambiare le nostre frequenze intervenendo addirittura sulla modificazione del nostro DNA..

Spesso sono piccoli pensieri, che danno inizio a qualcosa,  noi diciamo per caso, mentre è invece un desiderio di cui ancora non abbiamo coscienza o che abbiamo dimenticato in qualche angolo della nostra memoria, che si affaccia prepotente al di là, ci sembra, della nostra volontà. 

E' allora che cominciano a succedere avvenimenti sincronici, piccole e straordinarie combinazioni, che ci fanno meravigliare.
Qui comincia Serendipity, ovvero quella che di solito ci limitiamo a definire una felice coincidenza, ma che in realtà ha grande importanza e che meriterebbe tutta l'attenzione  per iniziare un percorso di maggior consapevolezza e per scrutare in quelle che sono le nostre reali possibilità, fino a raggiungere il luogo dove le "magie" si compiono consapevolmente.

Certi avvenimenti che cataloghiamo come semplici colpi di fortuna, vanno compresi come risposte a  leggi ben determinate.

Che siamo energia che cambia forma e frequenza a secondo della volontà che ci guida e ci spinge in una direzione piuttosto che in un'altra,  lo sanno da secoli i maestri esoterici e i guru indiani, che insegnano ai loro discepoli le antiche discipline per centrarsi e rafforzare lo spirito.
Tanto che alcuni, compivano e compiono magie, fino a strabiliare le folle, perché le folle quando non demonizzano, amano essere strabiliate, senza cercare di capire.

Ma oggi tutto questo può divenire storia, perché i principi  della fisica quantistica  ci conducono alla comprensione che possiamo attingere al campo di tutte le possibilità, e compiere "magie" attraverso la conoscenza di noi stessi e delle leggi che regolano i diversi piani di realtà.


Dedicato alla tua rivitalizzazione




martedì 11 giugno 2013

Ci sprechi la vita o Il tuo lavoro ti appassiona?



Eclissi di sole + aerei  - A. Bruschetti - (copyrigth)  

    Se ami quello che fai non sarà mai un lavoro

Questa frase di Confucio, il grande filosofo cinese la cui filosofia si basava sull'etica personale e politica, sulla correttezza delle relazioni sociali, sull'onestà e sulla sincerità, secondo te significa forse che se ami fare qualcosa o hai una passione non potrai ricavarne del danaro o quantomeno la possibilità di viverci decorosamente?
Oppure sta ad indicarti di scegliere di fare nella vita ciò che ami davvero e, se a maggior ragione questo ti da anche da vivere sarà come non lavorassi affatto, tanto sei soddisfatto di ciò che fai?
Personalmente non ho dubbi, sono propensa per la seconda ipotesi.
Siamo stati tanto condizionati dal fatto che solo col duro lavoro si possa guadagnare abbastanza da sopravvivere, che quando si tratta di potersi guadagnare da vivere con le proprie passioni, siamo ormai abituati a pensare che ciò non sia possibile, oppure che se lo fosse  sarebbe perché dovremmo arrivare a compromessi tali fino a sporcare quella passione.

Così che in tempo di  crisi qualcuno crede sia preferibile guadagnare denaro per sbarcare il lunario sacrificando la propria passione e occupando il tempo adattandosi a fare un lavoro qualunque, piuttosto che far fruttare i propri talenti e farli diventare degli  utili servizi per il prossimo ricavando di che vivere.

Cos'è che spinge a ragionare in questo modo?
Sapete secondo me da cosa dipende?
In buona parte dagli automatismi di cui è stata infarcita la nostra mente e tra questi i luoghi comuni come:
"Di arte non si vive",
"Questa è solo una passione, ma se diventasse un lavoro, lo sporcherei e non lo farei più volentieri"
"Vivere delle proprie passioni è solo utopia!"
"Impara l'arte e mettila da parte"
" Bisogna essere realisti e stare con i piedi per terra!"
"Trovati un lavoro sicuro così ti sistemi!"

Vi ricordano qualcosa queste frasi?
Talmente convinti dal fatto che il denaro vada guadagnato con il duro lavoro, che piuttosto che vedere la possibilità di far fruttare i nostri sogni e le nostre passioni ed impegnarci in questa direzione, ci si convince che sia preferibile investire il nostro tempo e le nostre energie per fare un lavoro qualsiasi e di cui non ci importa niente.

Forse perché questo ci farà soffrire abbastanza, tanto da meritare un compenso in denaro?
Appunto il "vile denaro"? E qui si potrebbe aprire un intero capitolo sul come ci è stato fatto credere che il denaro sia "vile".  Altro automatismo a cui è stata educata la nostra mente!
Fino ad indurci a pensare, che tutto quello che lo procura con grazia facilità e gioia debba essere demonizzato, perché solo "sacrificandoti puoi meritarlo".

Questa visione del lavoro con sforzo, uguale a remunerazione, e passioni, uguale a nessun ricavo, dato che ti piace e ti diverti, è qualcosa di totalmente assurdo, se visto da un altro punto di vista....
Le crisi come l'eclissi, sono fenomeni passeggeri che annunciano un cambiamento, sta a noi, come fossimo aerei in volo, ampliarne la visione e coglierne il significato e il dono.
E cioè: Io merito, perché mi impegno in qualcosa che mi piace e scelgo di vivere e dedicare il maggior tempo della mia vita alla mia passione, fino a farla diventare un'arte e siccome sono diventato un esperto in questo campo, so offrire agli altri il meglio di questa conoscenza, per la quale molti amatori del settore sono disposti a pagare e così mi guadagno da vivere onestamente, con le mie passioni, divertendomi.
Non ti pare che fili?

Anzi direi addirittura che vivere delle proprie passioni è un sacrosanto diritto, o meglio ancora, diritto/dovere!
Prova  solo per  un attimo ad  adottare questa visione... liberati dai condizionamenti religiosi o di costume dettati per lo più da vizi di forma o volutamente impartiti, e potrai accorgerti che è proprio il contrario di ciò che hai creduto finora
Cioè che se mi adatto a fare qualcosa che lascia fuori le mie passioni, sacrifico e rinnego una parte importante di me, questo mi sporca, mi divide, mi uccide!  Con la visione inquinata da giudizi preconfezionati ci possiamo solo allontanare da noi stessi.

Quindi rinunceremmo alla nostra missione solo per tenere fede a degli insegnamenti sbagliati o distorti?
Bisogna veramente stare molto attenti!
Quando le nostre frequenze si abbassano è molto facile cadere nell'idea del sacrificio come sofferenza e si dimentica il sacrificio con la valenza di rendere sacro!

E più o meno voluta, la famosa "crisi" lo sai tende, se non si fa attenzione, ad abbassare le frequenze precipitosamente.
Ci rende convinti che stiamo per affondare e dobbiamo aggrapparci al più debole sostegno, mentre dentro di noi abbiamo un salvagente gigantesco. 
E allora ci serve combatterla la crisi, costringendosi a fare qualcosa che non amiamo affatto, o ci conviene solo lasciarcela alle spalle incominciando a rialzare le nostre frequenze autonomamente fino a risvegliare la creatività e far fruttare i nostri talenti?

Conosco bene il potere dell'intenzione, e so che se ne siamo convinti, abbiamo la capacità di far accadere ciò in cui crediamo, semplicemente attivandoci in quella direzione.
Siamo sempre capaci di compiere magie, lo facciamo continuamente, anche quando non ne siamo consapevoli, solo che se siamo guidati da convinzioni che ci remano contro, le compiamo a nostro svantaggio.

Abbiamo per contro  la possibilità di attivarci in modo consono alla nuova intenzione e, se ne prendiamo coscienza potremo fare un cambiamento tale, da spazzare via ogni paura e guidarci verso la nostra vera fortuna. Quella cioè di rendere sacra la nostra passione, facendo che frutti senza aver mai l'impressione di lavorare. 
Questo  è il modo in cui interpreto Confucio quando dice "Se ami quello che fai non sarà mai un lavoro"
Che, contrariamente ad ogni condizionamento ricevuto finora, per me significa "Scegli un lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita"

Dedicato alla tua rivitalizzazione