martedì 11 giugno 2013

Ci sprechi la vita o Il tuo lavoro ti appassiona?



Eclissi di sole + aerei  - A. Bruschetti - (copyrigth)  

    Se ami quello che fai non sarà mai un lavoro

Questa frase di Confucio, il grande filosofo cinese la cui filosofia si basava sull'etica personale e politica, sulla correttezza delle relazioni sociali, sull'onestà e sulla sincerità, secondo te significa forse che se ami fare qualcosa o hai una passione non potrai ricavarne del danaro o quantomeno la possibilità di viverci decorosamente?
Oppure sta ad indicarti di scegliere di fare nella vita ciò che ami davvero e, se a maggior ragione questo ti da anche da vivere sarà come non lavorassi affatto, tanto sei soddisfatto di ciò che fai?
Personalmente non ho dubbi, sono propensa per la seconda ipotesi.
Siamo stati tanto condizionati dal fatto che solo col duro lavoro si possa guadagnare abbastanza da sopravvivere, che quando si tratta di potersi guadagnare da vivere con le proprie passioni, siamo ormai abituati a pensare che ciò non sia possibile, oppure che se lo fosse  sarebbe perché dovremmo arrivare a compromessi tali fino a sporcare quella passione.

Così che in tempo di  crisi qualcuno crede sia preferibile guadagnare denaro per sbarcare il lunario sacrificando la propria passione e occupando il tempo adattandosi a fare un lavoro qualunque, piuttosto che far fruttare i propri talenti e farli diventare degli  utili servizi per il prossimo ricavando di che vivere.

Cos'è che spinge a ragionare in questo modo?
Sapete secondo me da cosa dipende?
In buona parte dagli automatismi di cui è stata infarcita la nostra mente e tra questi i luoghi comuni come:
"Di arte non si vive",
"Questa è solo una passione, ma se diventasse un lavoro, lo sporcherei e non lo farei più volentieri"
"Vivere delle proprie passioni è solo utopia!"
"Impara l'arte e mettila da parte"
" Bisogna essere realisti e stare con i piedi per terra!"
"Trovati un lavoro sicuro così ti sistemi!"

Vi ricordano qualcosa queste frasi?
Talmente convinti dal fatto che il denaro vada guadagnato con il duro lavoro, che piuttosto che vedere la possibilità di far fruttare i nostri sogni e le nostre passioni ed impegnarci in questa direzione, ci si convince che sia preferibile investire il nostro tempo e le nostre energie per fare un lavoro qualsiasi e di cui non ci importa niente.

Forse perché questo ci farà soffrire abbastanza, tanto da meritare un compenso in denaro?
Appunto il "vile denaro"? E qui si potrebbe aprire un intero capitolo sul come ci è stato fatto credere che il denaro sia "vile".  Altro automatismo a cui è stata educata la nostra mente!
Fino ad indurci a pensare, che tutto quello che lo procura con grazia facilità e gioia debba essere demonizzato, perché solo "sacrificandoti puoi meritarlo".

Questa visione del lavoro con sforzo, uguale a remunerazione, e passioni, uguale a nessun ricavo, dato che ti piace e ti diverti, è qualcosa di totalmente assurdo, se visto da un altro punto di vista....
Le crisi come l'eclissi, sono fenomeni passeggeri che annunciano un cambiamento, sta a noi, come fossimo aerei in volo, ampliarne la visione e coglierne il significato e il dono.
E cioè: Io merito, perché mi impegno in qualcosa che mi piace e scelgo di vivere e dedicare il maggior tempo della mia vita alla mia passione, fino a farla diventare un'arte e siccome sono diventato un esperto in questo campo, so offrire agli altri il meglio di questa conoscenza, per la quale molti amatori del settore sono disposti a pagare e così mi guadagno da vivere onestamente, con le mie passioni, divertendomi.
Non ti pare che fili?

Anzi direi addirittura che vivere delle proprie passioni è un sacrosanto diritto, o meglio ancora, diritto/dovere!
Prova  solo per  un attimo ad  adottare questa visione... liberati dai condizionamenti religiosi o di costume dettati per lo più da vizi di forma o volutamente impartiti, e potrai accorgerti che è proprio il contrario di ciò che hai creduto finora
Cioè che se mi adatto a fare qualcosa che lascia fuori le mie passioni, sacrifico e rinnego una parte importante di me, questo mi sporca, mi divide, mi uccide!  Con la visione inquinata da giudizi preconfezionati ci possiamo solo allontanare da noi stessi.

Quindi rinunceremmo alla nostra missione solo per tenere fede a degli insegnamenti sbagliati o distorti?
Bisogna veramente stare molto attenti!
Quando le nostre frequenze si abbassano è molto facile cadere nell'idea del sacrificio come sofferenza e si dimentica il sacrificio con la valenza di rendere sacro!

E più o meno voluta, la famosa "crisi" lo sai tende, se non si fa attenzione, ad abbassare le frequenze precipitosamente.
Ci rende convinti che stiamo per affondare e dobbiamo aggrapparci al più debole sostegno, mentre dentro di noi abbiamo un salvagente gigantesco. 
E allora ci serve combatterla la crisi, costringendosi a fare qualcosa che non amiamo affatto, o ci conviene solo lasciarcela alle spalle incominciando a rialzare le nostre frequenze autonomamente fino a risvegliare la creatività e far fruttare i nostri talenti?

Conosco bene il potere dell'intenzione, e so che se ne siamo convinti, abbiamo la capacità di far accadere ciò in cui crediamo, semplicemente attivandoci in quella direzione.
Siamo sempre capaci di compiere magie, lo facciamo continuamente, anche quando non ne siamo consapevoli, solo che se siamo guidati da convinzioni che ci remano contro, le compiamo a nostro svantaggio.

Abbiamo per contro  la possibilità di attivarci in modo consono alla nuova intenzione e, se ne prendiamo coscienza potremo fare un cambiamento tale, da spazzare via ogni paura e guidarci verso la nostra vera fortuna. Quella cioè di rendere sacra la nostra passione, facendo che frutti senza aver mai l'impressione di lavorare. 
Questo  è il modo in cui interpreto Confucio quando dice "Se ami quello che fai non sarà mai un lavoro"
Che, contrariamente ad ogni condizionamento ricevuto finora, per me significa "Scegli un lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita"

Dedicato alla tua rivitalizzazione



10 commenti:

  1. Adesso il mio lavoro è finito e ricomincerà con le scuole. Sono stanca e non mi dispiace rilassarmi un poco anche nel girdino di mia madre a leggere e a prendere un poco di sole se non sarà troppo forte!! Penso che Mao e io andremo al lago qualche giorno,per risperimentare il campeggio, nell'attesa di Lampedusa a settembre, oltre che occuparci dei preventivi per sistemare la casa di mia madre...la mia casa è in vendita!!!! Baci Piera

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    1. Per quanto ne so io Piera tu hai sempre fatto un lavoro che hai amato e che ti ha dato la possibilità di esprimere i tuoi talenti. Poi ogni tanto va bene anche prendersi delle pause. Ma dico che se si vive delle proprie passioni si trova sempre il modo per continuare ad esprimersi, magari scoprendo nuovi talenti, e allora scopriamo anche che il lavoro non lo faremmo finire mai, perché nell'esprimerci ci si rigenera. Bacio

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  2. Secondo me non è così.
    Prima io sono e poi io agisco.
    Può capitare che essere e agire avvengano contemporaneamente ma il succo non cambia.
    Io agisco per quel che sono e, dunque, in quel che faccio ci metto un pezzo di me.
    Essere e poi essere attivo (agire, fare, lavorare) per me significa che nulla che accade lascio che accada fatalmente bensì ne vivo l'accadere e, per quanto posso (con il mio essere) me ne rendo parte attiva. Ecco che, qualsiasi cosa faccia, essa reca la mia impronta.
    Più che Confucio mi piace Shakespeare e, qui, nell'episodio del becchino

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    1. Ciao anonimo, non è così cosa? Sembra da come ti esprimi che io abbia detto che bisogna agire per essere, semmai potrò aver detto che bisogna agire consapevolmente per essere contenti, ma questo è un altro discorso......

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  3. io sono una cassiera e faccio volentieri il mio lavoro se non fosse per l'orario,motivo per il quale(avendo 3 bimbi piccoli),ho chiesto il part time e spero mi venga concesso a breve.ma la mia aspirazione sarebbe quella di imparare a guarire prima me stessa(farei da cavia volentieri)con la forza del pensiero e poi guarire GRATIS i bambini malati semplicemente toccandoli con la mano o guardandoli negli occhi.che sogno poter toccare la gamba di un bimbo in carrozzina e farlo camminare.lo so che è un sogno irraggiungibile ma io ci spero finchè avrò vita.

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  4. Ciao cara Anonima, devo chiamarti così perché non scrivi il tuo nome. Si sono belle le cose che dici e desideri, e ci vuole molto coraggio ad esprimerle pubblicamente. Per iniziare un buon lavoro su di sé si richiede molta attenzione, e quando dici che pensi che questi tuoi sogni siano irraggiungibili pare proprio che tu stia iniziando con un bel sabotaggio come spiego in questo mio vecchio post a cui ti rimando. http://www.equielementi.com/2011/02/scopri-i-sabotaggi-che-impediscono-il.html.Quando avremo smesso di sabotarci il passo successivo sarà capire come sviluppare certe capacità, che sicuramente chi più chi meno abbiamo tutti latenti in noi. Il Cristo duemila anni fa diceva: "non meravigliatevi di ciò che faccio, perché anche voi potrete fare questo e molto di più." Il fatto è che bisogna impegnarsi molto in tutte le direzioni per la propria crescita interiore e questo impegno è certo che dovrà durare veramente tutta la vita..

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  5. Ciao Margherita,
    in sintonia con il tuo articolo voglio proporre una storia molto significativa e di seguito le mie riflessioni...
    buona lettura
    Giuseppe

    Il turista ed il pescatore

    Sul molo di un piccolo villaggio messicano, un turista si ferma e si avvicina ad una piccola imbarcazione di un pescatore del posto. Si complimenta con il pescatore per la qualità del pesce e gli chiede quanto tempo avesse impiegato per pescarlo.

    Pescatore: ’Non ho impiegato molto tempo’
    Turista: ’Ma allora, perché non è stato di più, per pescare di più?’

    Il messicano gli spiega che quella esigua quantità era esattamente ciò di cui aveva bisogno per soddisfare le esigenze della sua famiglia.

    Turista: ’Ma come impiega il resto del suo tempo?’
    Pescatore: ’Dormo fino a tardi, pesco un po, gioco con i miei bimbi e faccio la siesta con mia moglie. La sera vado al villaggio, ritrovo gli amici, beviamo insieme qualcosa, suono la chitarra, canto qualche canzone, e via così, trascorro appieno la vita.’

    Turista: ’La interrompo subito, sa sono laureato ad Harvard, e posso darle utili suggerimenti su come migliorare. Prima di tutto lei dovrebbe pescare più a lungo, ogni giorno di più. Così logicamente pescherebbe di più. Il pesce in più lo potrebbe vendere e comprarsi una barca più grossa. Barca più grossa significa più pesce, più pesce significa più soldi, più soldi più barche! Potrà permettersi un’intera flotta!!

    Quindi invece di vendere il pesce all’uomo medio, potrà negoziare direttamente con le industrie della lavorazione del pesce, potrà a suo tempo aprirsene una sua. In seguito potrà lasciare il villaggio e trasferirsi a Mexico City o a Los Angeles o magari addirittura a New York!! Da lì potrà dirigere un’enorme impresa!…

    Pescatore: ’ma per raggiungere questi obiettivi quanto tempo mi ci vorrebbe?’
    Turista: ’25 anni forse’ Pescatore: ’….e dopo?’ Turista: ’Ah dopo, e qui viene il bello, quando i suoi affari avranno raggiunto volumi grandiosi, potrà vendere le azioni e guadagnare miliardi!!!!!!!

    Pescatore:’…miliardi?…….e poi?’
    Turista: ’Eppoi finalmente potrà ritirarsi dagli affari, e concedersi di vivere gli ultimi 5/10 anni della sua vita in un piccolo villaggio vicino alla costa, dormire fino a tardi, giocare con i suoi bimbi, pescare un po’ di pesce, fare la siesta, passare le serate con gli amici bevendo e giocando in allegria!’



    Riflessioni personali:

    la maggior parte delle persone vive per lavorare, per accumulare, per il superfluo…

    i saggi lavorano per vivere, senza accumulare, senza disperdere le proprie energie rincorrendo il superfluo…

    i primi muoiono senza aver vissuto, i secondi vivono ogni giorno l’essenza della vita…

    Un Maestro disse: “La vita è come un ponte, se ci accumuli e costruisci sopra troppe case, prima o poi crollerà”

    Una persona molto saggia dice che: … immergersi sempre nel lavoro per cercare di accumulare soldi rappresenta una tossicodipendenza emozionale…

    Mai parole furono più vere…

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  6. Molte grazie per il tuo contributo Giuseppe!

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  7. Ciao sono Carla un'ortottista mi piaceva il Mio lavoro l'ho scelto .Ma dopo 23 anni du ospedale non mi piace piu'l'organizzazione di tutti gli ambulatori e'cambiata in peggio e' diventata una grande azienda privatizzata ed io mi sento propri solo un ingranaggio di questa mega fabbrica Che produce solo un circolo vizioso di diagnostica e si dimentica la cura perche' non paga..Mi sento esattamente in galera senza nessun potere decisionale .Oggi ja importanza solo il numero le impegnative raccolte per fare numero 10 monuti ad esame e 20 max per uns visita a Bambinie vecchi e andicappati .tutto a tempo siamo a cottimo e si parla di 30 esami e 20 o piu' Visite in 9 ore senza tregia e questo x ognuna di noi .non c'e' piu' tempo neppure per l'aggiornamento perche' bisogna abbattere le Liste enon far ore on piu' e prpgrammare le assenze almeno un anno prima questo sono gli obiettovo da raggiingere per i direttpri sanitari ed amministratori cosi' lorp prendono buoneuscite ed incentivi .solo lorp.Npn gli

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  8. Ciao cara Carla,si sa le cose cambiano e non sempre in meglio, se poi sei dipendente i cambiamenti non li scegli tu, ed ho ben presente il senso di frustrazione che si prova quando il lavoro che stai svolgendo smette di essere gratificante perché la priorità diventa fare cassa e come giustamente dici neppure a tuo vantaggio. Accorgersi di questo disagio è il primo passo, dopodiché si impone una scelta. So anche che non è facile pensare a lasciare quello che non puoi più considerare il tuo lavoro. Ma nella mia esperienza è arrivato un momento in cui il disagio aveva assunto connotati tanto forti da non lasciarmi più dubbi sul da farsi, anche se non sapevo cosa mi aspettava dopo ho avuto la certezza che quella era l'unica soluzione per riprendere in mano la mia vita. So che per ognuno è diverso e che bisogna essere pronti per compiere un tale passo, ma posso solo dirti che dal momento che ho scelto me,la vita mi ha concesso non solo di ritrovare il piacere di vivere e la stima in me stessa, ma anche di trovare le risorse prima fisiche, poi economiche per farlo in modo dignitoso. Ho avuto da ciò la conferma che l'universo non ci abbandona se ci abbandoniamo al suo flusso e a quello dell'amore!

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