"Chi vuole uccidere il proprio nemico consideri bene se proprio con ciò non lo renda, dentro di sé, eterno."
Friedrich Nietzsche
Quando odiamo, detestiamo, combattiamo qualcuno crediamo che quell'energia andrà a colpire soltanto il malcapitato, ma non è così, in realtà è contro noi stessi che rivolgiamo tutta quella rabbia e quell'odio.
E quando quel presunto nemico viene a mancare lascia un vuoto altrettanto grande di quando perdiamo un amore, ci sembra addirittura che sia scomparsa una parte di noi, e ne restiamo desolati, svuotati, sbilanciati.
Restare senza quel nemico è come se qualcuno avesse amputato una parte di noi, ed in parte è quello che succede davvero.
Ricordate il film "Guerre stellari" carico di simboli e di significati?
Quale messaggio pensate ci fosse nella scena in cui Luke lotta strenuamente con un nemico sconosciuto, in una grotta oscura e lo abbatte, e nel momento in cui gli toglie l'armatura che gli copriva il volto scopre un altro se stesso?
Ecco il messaggio: Noi facciamo la stessa cosa ogni volta che ci rivolgiamo a qualcuno con astio e rancore, perché in verità stiamo lottando con una parte di noi che non riconosciamo.
Preferiamo pensare che quella parte sia esterna a noi per non ammettere che noi stessi potremmo avere quei difetti o qualità che detestiamo o invidiamo.
Poi quando il temuto nemico viene sconfitto non siamo più tanto contenti come avremmo pensato, sentiamo una specie di amarezza, delusione....
E' vero che bene o male un altro capro espiatorio lo troviamo sempre, ma la delusione che ne deriva ogni volta che ne sacrifichiamo qualcuno, da dove deriva?
Semplicemente dal fatto che abbiamo mancato il bersaglio, guardavamo fuori invece di dentro.
Se solo ci rendessimo conto che di "capri espiatori" ne abbiamo bruciati abbastanza sull'altare della vendetta con il solo risultato di sentirci sempre più delusi dal mondo!....
Il vero problema è che quei nemici sono solo degli specchi della nostra personalità, che riflettono qualcosa di noi che non ci piace, o che al contrario rappresentano qualcosa, che vorremmo raggiungere, ma di cui non ci crediamo all'altezza.
Così mentre neghiamo a priori che le cose stiano così, con la certezza di essere nel giusto, ci accaniamo contro lo specchio di turno, per abbattere quell'immagine, che ci ricorda a che punto siamo o come potremmo essere davvero.
Lo so è dura sapere che se vogliamo ottenere un cambiamento dobbiamo partire da noi stessi.
Ma questa è la realtà; dobbiamo solo rimboccarci le maniche ed iniziare.
La soluzione e lì a portata di mano: guardare a tutti quei nostri errori senza biasimo né giudizio, e vedere questa come un'esperienza che ci è servita per capire quali sono i veri nemici e cosa ci ha impedito finora di fare i nostri progressi personali.
Abbiamo finora agito sullo specchio, che per quanti sforzi facciamo non potrà cambiare di un millimetro la nostra realtà, mentre collezionavamo sempre più delusioni.
E sono le delusioni che hanno spinto sempre più in profondità la nostra vera natura, senza mai permetterle di manifestarsi in tutta la sua grandiosità.
Incolpare qualcuno dei nostri guai è l'idea più assurda che possiamo partorire, ma lo facciamo quotidianamente raccontandoci che noi non ci entriamo, ma è tutta colpa di quell'altro.
Ragionare in questo modo va a colpire principalmente sé stessi, mentre conferma che quello che manca veramente è la consapevolezza.
Ovviamente anche essere oggetto di calunnie o d'invidia non è certo esente da responsabilità, è tutto in funzione di scelte e di cosa si vuole raggiungere più o meno consapevolmente.
Il risultato è sempre la somma degli addendi.
Perché tutto è UNO e la realtà che vediamo è solo un frammento del grande gioco a cui stiamo giocando, senza più ricordarci che quando siamo stanchi possiamo tornare alla quiete della nostra Unità, dove regnano pace, gioia e amore ( qui trovi il mio modo personale per farlo) e dalla quale possiamo, solo se lo vogliamo davvero, attingere sempre, per creare una realtà nuova da concretizzare nell'esperienza di ogni giorno
Perché tutto è UNO e la realtà che vediamo è solo un frammento del grande gioco a cui stiamo giocando, senza più ricordarci che quando siamo stanchi possiamo tornare alla quiete della nostra Unità, dove regnano pace, gioia e amore ( qui trovi il mio modo personale per farlo) e dalla quale possiamo, solo se lo vogliamo davvero, attingere sempre, per creare una realtà nuova da concretizzare nell'esperienza di ogni giorno
Per fare ciò è condizione indispensabile prendere coscienza dell'infantile sperpero di energie, che provochiamo con la presunzione, il giudizio e il desiderio di vendetta, nostri veri acerrimi nemici, che alimentano solo carenza e distruzione. A partire da qui possiamo proclamare la nostra voglia di cambiamento e utilizzare la nostra vera natura concentrando tutta la forza di cui disponiamo nella direzione della creatività e dell'abbondanza.
Dedicato alla tua rivitalizzazione
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