Il tuo aprirti, il confidarmi il tuo dolore, la tua sofferenza, il tuo rancore.....l'ho capito è stata per te una grande prova di coraggio, e per me una rivelazione di quanto amore, di quanta passione sei capace figlio mio!
Questo tuo sfogo è stato per me motivo di riflessione da cui è scaturita questa semplice, ma grande verità.
I genitori mettendoci al mondo si assumono delle enormi responsabilità, ma chiaramente non le conoscono tutte se no non saremmo neppure qui a raccontarcela.
Questo tuo sfogo è stato per me motivo di riflessione da cui è scaturita questa semplice, ma grande verità.
I genitori mettendoci al mondo si assumono delle enormi responsabilità, ma chiaramente non le conoscono tutte se no non saremmo neppure qui a raccontarcela.
Nessuno ha insegnato loro come allevarci, e non parliamo della parte pratica, che nonostante abbia le sue numerose difficoltà, non è certo la più difficoltosa.
E' che nell'accudire la prole i genitori passano ai figli oltre che l'amore e la dedizione, nella misura in cui sono capaci, anche tutta una serie di condizionamenti ed errori di trasmissione pagandone poi le amare conseguenze.
Quanta rabbia, quanto dolore, quanta ribellione, quanta energia sprecata a voler aderire ad un modello che loro stessi non sanno neppure di averci imposto.
E ci sorprendono i genitori, quando con grande fatica e sfidando quei condizionamenti ci facciamo coraggio per rivelar loro la nostra verità, che sicuramente pensiamo contrasteranno con tutte le loro forze.
Per poi scoprire che di tutta quella fatica loro non ne sanno niente, perché potevamo fare ciò che volevamo già da molto tempo.
E magari ti dicono:- Certo se sei contento tu, per me va bene!-
Ci accorgiamo allora di aver lottato per lungo tempo contro i mulini a vento!
E ci sorprendono i genitori, quando con grande fatica e sfidando quei condizionamenti ci facciamo coraggio per rivelar loro la nostra verità, che sicuramente pensiamo contrasteranno con tutte le loro forze.
Per poi scoprire che di tutta quella fatica loro non ne sanno niente, perché potevamo fare ciò che volevamo già da molto tempo.
E magari ti dicono:- Certo se sei contento tu, per me va bene!-
Ci accorgiamo allora di aver lottato per lungo tempo contro i mulini a vento!
Razionalmente si crede di andare contro la volontà di un 'autorità che in realtà per lo più i genitori neppure si accorgono di esercitare, almeno dopo che i figli hanno superato la maggior età.
Essi ci hanno dato la vita passandoci involontariamente anche le proprie insicurezze, insegnamenti e credenze, ma non ne hanno piena coscienza.
Essi ci hanno dato la vita passandoci involontariamente anche le proprie insicurezze, insegnamenti e credenze, ma non ne hanno piena coscienza.
Dobbiamo discernere quello che sono i condizionamenti involontari che da loro abbiamo ereditato
dall'amore che sentiamo nei loro confronti e questa molto
probabilmente è una sfida da affrontare a volte più grande di quanto crediamo di essere capaci.
E perciò che' riusciamo ad essere cosi duri nel giudizio nei loro confronti e anche nei nostri, da dedicare buona parte della nostra vita e tutta l'energia a disposizione ad una sola cosa: limitare le nostre possibilità per cercare di aderire ad un modello, che anche se gli stessi genitori hanno creato e possono portarsi dentro fino alla morte, potrà durare per noi solo fintanto che glielo permettiamo.
Infatti tocca a noi sganciare quel modello dalla nostra mente.
Perché se non lo facciamo diventiamo incapaci di coltivare i nostri talenti e manchiamo d'essere d'aiuto all'umanità non aderendo alla nostra vera missione nel mondo.
Detto così sembra che siamo chiamati ad assolvere chissà quale enorme compito, ma la nostra missione corrisponde né più né meno a quella che potrebbe essere la nostra vera realizzazione, l'equivalente del sogno di un bambino, quando dice cosa gli piacerebbe fare da grande.
E quelle forze che entrano in gioco per impedircelo e che ci sembrano tanto grandi, non sono altro che malintesi sensi del dovere.
Anche io fino a ieri ho cercato di aderire al comandamento del Cristo che dice "Ama il prossimo tuo come te stesso" consapevole di non riuscirci mai davvero..... e se ci avete provato lo sapete che anche se ci si impegna e si cerca di metterlo in pratica è cosa praticamente impossibile.....
Un vero paradosso! E sapete perché? Perché l'ego vuole controllare, misurare giudicare.
Spiego il ragionamento: Se in un momento della mia vita, io mi trascuro e non do nessun segnale d'amore per me stesso o, per ipotesi, cado in depressione.....mi atterrei comunque a quell'insegnamento, perché amerei poco o nulla gli altri che mi vivono intorno.
Ma non ci basta!
Prendiamo per esempio una madre o moglie (ma è solo un esempio, potrebbe benissimo essere chiunque altro che si comporti in modo analogo) condizionata come è, se pure in questo triste stato sentendo il peso della responsibilità nonostante tutto, cerca di assolvere comunque i propri doveri di brava moglie, madre e magari anche lavoratrice sforzandosi di dare tutto il possibile e spesso anche di più.
Così più si adopera per gli altri e più trascura se stessa.
Poi però qualcuno suggerisce alla nostra brava signora che dovrebbe pensare di più a se stessa e meno agli altri, perché anche nell'insegnamento del Cristo c'è il comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso" e non di più!
Ma come potrebbe? Ha ricevuto tanti e tali condizionamenti che piuttosto di mancare a qualche dovere potrebbe anche stramazzare al suolo!
E la cosa buffa è che scambia per amore quello sforzo di essere efficiente per forza e ci soffre molto se gli altri non apprezzano i suoi sacrifici.
E allora si arrabbia con loro prima, e poi, se è abbastanza acuta, con sé stessa.
E poi finirà con la testa nel pallone totalmente, ed è troppo stanca e non vuole più pensarci.....
Perché fare quell'operazione di bilanciamento in modo volontario tra l'amore che diamo agli altri e quello che diamo a noi stessi è una cosa assurda e non ce la potremo mai fare......
....Poi improvvisamente arriva la rivelazione!
Ma noi non dobbiamo fare nulla, nessuno sforzo, per bilanciare questo amore in quantità uguale tra noi stessi e gli altri.
Questo che noi conosciamo come un comandamento non lo è affatto, ci succede in automatico!
Meno amiamo noi stessi, e meno amiamo gli altri!
Infatti non possiamo donare nulla che non abbiamo.
Più amiamo noi stessi e più amiamo gli altri!
"ama il prossimo tuo come te stesso" non ha nulla di imperativo, ma è una semplice costatazione
"Tu ami il prossimo tuo come te stesso" Non puoi fare diversamente.
Così ha il suo vero significato ed è di una semplicità disarmante!
Infatti come tutto torna: Gesù non giudicava nessuno e probabilmente non ha mai impartito comandamenti.
E noi per una semplice costatazione trasformata in dogma dalle varie autorità consapevoli o meno abbiamo tramandato per secoli questa verità distorta facendoci sangue amaro, perché non riuscivamo a metterla in pratica.
E' tristissimo pensarlo, addirittura sembra di scoprire di essere stati finora su "Scherzi a parte" ed esserci cascati come polli.
Se fosse il gioco del nascondino mi verrebbe da dire:- Libero per tuttiiiiii-!
Purtroppo so che non sarà così perché ognuno ha i suoi tempi per realizzare la verità dentro di sé, ma la gratitudine che provo per questa scoperta mi impone di espanderla senza ritegno.
Se poi qualcuno che è già sulla via del cambiamento fosse indotto da queste riflessioni a svegliarsi dal lungo sonno ed ad aprire gli occhi, sarò grandemente felice per lui. E tanto basta!
Infatti tocca a noi sganciare quel modello dalla nostra mente.
Perché se non lo facciamo diventiamo incapaci di coltivare i nostri talenti e manchiamo d'essere d'aiuto all'umanità non aderendo alla nostra vera missione nel mondo.
Detto così sembra che siamo chiamati ad assolvere chissà quale enorme compito, ma la nostra missione corrisponde né più né meno a quella che potrebbe essere la nostra vera realizzazione, l'equivalente del sogno di un bambino, quando dice cosa gli piacerebbe fare da grande.
E quelle forze che entrano in gioco per impedircelo e che ci sembrano tanto grandi, non sono altro che malintesi sensi del dovere.
Anche io fino a ieri ho cercato di aderire al comandamento del Cristo che dice "Ama il prossimo tuo come te stesso" consapevole di non riuscirci mai davvero..... e se ci avete provato lo sapete che anche se ci si impegna e si cerca di metterlo in pratica è cosa praticamente impossibile.....
Un vero paradosso! E sapete perché? Perché l'ego vuole controllare, misurare giudicare.
Spiego il ragionamento: Se in un momento della mia vita, io mi trascuro e non do nessun segnale d'amore per me stesso o, per ipotesi, cado in depressione.....mi atterrei comunque a quell'insegnamento, perché amerei poco o nulla gli altri che mi vivono intorno.
Ma non ci basta!
Prendiamo per esempio una madre o moglie (ma è solo un esempio, potrebbe benissimo essere chiunque altro che si comporti in modo analogo) condizionata come è, se pure in questo triste stato sentendo il peso della responsibilità nonostante tutto, cerca di assolvere comunque i propri doveri di brava moglie, madre e magari anche lavoratrice sforzandosi di dare tutto il possibile e spesso anche di più.
Così più si adopera per gli altri e più trascura se stessa.
Poi però qualcuno suggerisce alla nostra brava signora che dovrebbe pensare di più a se stessa e meno agli altri, perché anche nell'insegnamento del Cristo c'è il comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso" e non di più!
Ma come potrebbe? Ha ricevuto tanti e tali condizionamenti che piuttosto di mancare a qualche dovere potrebbe anche stramazzare al suolo!
E la cosa buffa è che scambia per amore quello sforzo di essere efficiente per forza e ci soffre molto se gli altri non apprezzano i suoi sacrifici.
E allora si arrabbia con loro prima, e poi, se è abbastanza acuta, con sé stessa.
E poi finirà con la testa nel pallone totalmente, ed è troppo stanca e non vuole più pensarci.....
Perché fare quell'operazione di bilanciamento in modo volontario tra l'amore che diamo agli altri e quello che diamo a noi stessi è una cosa assurda e non ce la potremo mai fare......
....Poi improvvisamente arriva la rivelazione!
Ma noi non dobbiamo fare nulla, nessuno sforzo, per bilanciare questo amore in quantità uguale tra noi stessi e gli altri.
Questo che noi conosciamo come un comandamento non lo è affatto, ci succede in automatico!
Meno amiamo noi stessi, e meno amiamo gli altri!
Infatti non possiamo donare nulla che non abbiamo.
Più amiamo noi stessi e più amiamo gli altri!
"ama il prossimo tuo come te stesso" non ha nulla di imperativo, ma è una semplice costatazione
"Tu ami il prossimo tuo come te stesso" Non puoi fare diversamente.
Così ha il suo vero significato ed è di una semplicità disarmante!
Infatti come tutto torna: Gesù non giudicava nessuno e probabilmente non ha mai impartito comandamenti.
E noi per una semplice costatazione trasformata in dogma dalle varie autorità consapevoli o meno abbiamo tramandato per secoli questa verità distorta facendoci sangue amaro, perché non riuscivamo a metterla in pratica.
E' tristissimo pensarlo, addirittura sembra di scoprire di essere stati finora su "Scherzi a parte" ed esserci cascati come polli.
Se fosse il gioco del nascondino mi verrebbe da dire:- Libero per tuttiiiiii-!
Purtroppo so che non sarà così perché ognuno ha i suoi tempi per realizzare la verità dentro di sé, ma la gratitudine che provo per questa scoperta mi impone di espanderla senza ritegno.
Se poi qualcuno che è già sulla via del cambiamento fosse indotto da queste riflessioni a svegliarsi dal lungo sonno ed ad aprire gli occhi, sarò grandemente felice per lui. E tanto basta!
Dedicato alla tua rivitalizzazione.
Se non ci si prende cura di sé scade anche la qualità di ciò che possiamo dare agli altri.
RispondiEliminaEsattamente Fabrizia!
RispondiEliminaNoi infondo ci vediamo riflessi negli altri: più amiamo noi stessi , più amiamo gli altri e viceversa! Scopro che è tutto molto potente, è come se l'altro fosse te stesso allo specchio: l'amore che dai è come una luce che si riflette e ti torna indietro con intensità raddoppiata. Così tu dai luce e nello stesso tempo permetti a tuo fratello di illuminarti a sua volta.
RispondiEliminaGrazie Margherita per le tue bellissime riflessioni che danno un attimo di tregua alla nostra vita un po' frenetica...
Simonetta anche queste bellissime scoperte che fai sono il riflesso della nostra luce.Namasté
RispondiEliminaGrazie Margherita, quanto dici è stupendo, vero al 100 %, il tutto ci è sotto gli occhi ma non lo valutiamo mai.
RispondiEliminaLa vedo anche in altra maniera:
basti pensare chi segue gli altri, se non è almeno al 90% delle sue possibilità oltre che non può insegnare / accudire bene nessuno.
Quindi per fare andare bene gli altri, prima dobbiamo andare bene noi.
Questo interpreto in maniera pratica quanto dici, è chiaro che un'insegnante non può riempire le botti dei suoi studenti se non ha la botte piena lui/lei ! ! !
Granzie ancora Margherita.
Luigi
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RispondiEliminaCiao caro Luigi era partito il commento prima che potessi terminarlo, così dicevo che è molto bello sentire echi di persone come te che risvegliati alla consapevolezza della semplice verità, la riconfermano e ne sono grati.
RispondiEliminaUn abbraccio.