giovedì 18 maggio 2017

Presunzione e superficialità.



Troppe persone sopravvalutano ciò che non sono e sottovalutano ciò che sono.
(Malcom Forbes)




Presumere significa che crediamo di conoscere la verità,  significa che tutto ci dà adito a pensare di conoscerla, ma occorre non fermarsi qui.

La verifica è quello che ci salva dalla presunzione e che ci risparmia tanti fallimenti ed
è consigliabile farla, perché spesso può farci evitare situazioni imbarazzanti.

Nella mia esperienza di vita mi sono ritrovata spesso di fronte a situazioni in cui la realtà mi pareva tanto palese da non avere dubbi sulla sua autenticità, ma a volte fortuitamente, altre per scrupolo, ad un ulteriore verifica, scoprivo che tutto crollava come un castello di carte.

E' così che  ho iniziato a meditare sulla nostra presunzione, che in fondo non è che ignoranza.
Ignorare i fatti reali ci può trarre in inganno, quindi non c'è nulla di male nel presumere, se si arriva fino in fondo al percorso, per poi scoprire un'altra verità.

Diverso è presumere senza accorgersene, è fermarsi alla superficie è lì che diventiamo arroganti e presuntuosi, è scambiare una cosa di cui si è convinti, per verità assoluta.
Abbiamo bisogno di vedere la reatà da più punti di vista per avere l'idea dell'insieme, fare indagini accurate prima di affermare qualcosa, sperimentare sulla propria pelle prima di accettare la versione di un fatto, dobbiamo diventare detective scrupolosi per poter affermare qualunque verità, persino quelle su di noi.

Si ce la puoi fare a salire tanto in alto, addirittura più di quanto non avessi mai saputo prima, ma a che può servire se il tuo volo sarà solitario  per andare sempre oltre senza una meta?

Quando realizzi questo ti accorgi che molto più di quanto in fretta e in alto sali è importante godersi il volo, trovare compagni di viaggio e magari, forte della tua esperienza aiutare e dare coraggio a salire a chi ancora annaspa nelle troppe difficoltà.

C'è chi invece con questa abilità acquisita  torna con l'idea di aiutare,  ma poi mette gli altri al suo servizio o indottrina gli ignari che lo vedranno come un guru, tanto le sue idee e il suo karisma appaiono attraenti. Egli  ha attitudine al comando, e dopo averti incantato , certo che farai quel che ti dice di fare,  ti chiederà fedeltà e sacrificio. (vedi creatori di religioni, sette, partiti)
Egli si sente superiore perchè possiede veri talenti, che sfoggia a scopi personali, così come usa le persone per raggiungere fama, potere, successo. Ma il leader presuntuoso avrà fatto il calcolo di quanto complicherà la sua vita tutto ciò?  Tutto dipende dal suo grado di presunzione e da quanta parte del suo Sé è disposto a rinunciare.
A volte è difficile riconoscerli, ma la loro presunzione si manifesta quando possiamo confrontarli con qualcuno centrato nella propria missione, che non si cura di fare il leader, ma  la cui vera intenzione è quella di far in modo che ognuno trovi la migliore espressione di sè nella libertà, nella grazia, e nella gioia.

Ma la presunzione ha anche un'altro volto
Ad esempio presumere di non essere in grado di fare una cosa solo perché non l'hai mai fatta, oppure perché la prima volta che ci hai provato non sei riuscito a farla bene è un atto di presunzione, è evitare di mettersi in gioco è scaricarsi di  dosso una responsabilità, è volere dimostrare a se stessi di non potere.

E chi tra di noi non ha mai detto:" questo non posso farlo perchè non sono capace"?
Queste sono le scuse che ci raccontiamo quando, forse per una bassa autostima o programmazioni assorbite da altri, crediamo di non potere e ci arrendiamo prima ancora di provarci o alla prima sconfitta.

Ricordo l'insegnamento di mio padre che diceva:" noi siamo in grado di fare qualunque cosa che vogliamo imparare a fare" e aggiungeva:" tutti quelli che hanno imparato qualsiasi mestiere lo sanno fare benissimo, perchè non dovrei essere anch'io in grado di farlo, se voglio"? E poi all'ocasione metteva in pratica ciò che aveva detto.
Questo insegnamento ha rafforzato grandemente l'opinione su me  stessa e sulle personali potenzalità di ognuno. Chiaro che il prezzo da pagare è quello di assumersi la responsabilità di tali abilità acquisite. Quello che è certo è che se non vogliamo fare qualcosa dovremo trovare altre e più valide motivazioni che non quella di dire:" non sono capace".

Come è presunzione il pensare che qualcun altro si occuperà di noi quando ci ritroviamo in situazioni in cui  la nostra possibilità è una soltanto, perché o la va o la spacca.
Allora  ci sarebbe da chiedersi:"Perché mi sono ritrovato in una situazione simile?"Invece si tende a dare la colpa agli altri che non hanno fatto questo o l'altro, ma si sa sono tutte scuse, anche se chi è vittima della presunzione, di fronte ad una sconfitta avrà molte difficoltà  ad ammettere la propria responsabilità.

Quando ad esempio si parte per una avventura si dovrebbe prevedere un adeguato equipaggiamento, si dovrebbe sapere che strada facendo si troveranno difficoltà, ma se non saremo stati previdenti non saremo preparati ad affrontarle. Perchè sorprenderci se l'avventura si risolverà in un disastro?
Questo tipo di presunzione appare tanto grande da rasentare la stoltezza.
Ma solo se saremo pronti a riconoscere i nostri errori potremo anche trasformarli in valori.
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Mi sono detta che vedendo questi comporamenti nel mio prossimo, se dovessero coinvolgere ancora anche me, non vorrò più essere vittima dello sconforto e tanto meno arrabbiarmi,  o dare epiteti o peggio chiudermi nel rancore.
Perchè da tempo so che queste reazioni oltre a non portare a nulla di buono sono dannose e fortemente controproducenti.
Abbiamo già imparato che reagire ed agire sono cose distinte e ben diverse dove spesso il reagire può scatenare spiacevoli reazioni a catena.

Ho realizzato che seguire l'istinto del cuore e quindi domandarsi:"cosa farebbe l'amore"? mi spinge a riflettere su me stessa e su quello che posso fare io, ad esempio: chiedere una spiegazione, migliorare la comunicazione, coreggere i miei errori,  fare luce sulla verità e trasformare la paura in coraggio, la rabbia in perdono e il dolore e la tristezza in gioia e gratitudine.....

So che qualcuno si chiederà: come si fa! Beh lo si impara appunto!  
Trattasi di equilibrio emozionale   una tecnica, che io stessa abilitata, oggi insegno.

Un modo nuovo per attingere alla compassione e al perdono che costituiscono una verità più grande e più articolata di quanto non faccia la superficialità e la presunzione.

Dedicato alla tua rivitalizzazione






3 commenti:

  1. Ciao Margherita, condivido pienamente.
    Il presuntuoso è convinto ( o si è convinto) che solo lui detiene la verità e che quindi quella degli altri non vale nulla.
    Esistono diverse tipologie di presunzione ma a mio avviso la più grave di tutte è la presunzione spirituale.
    Il presuntuoso spirituale è convinto che l'unica via , la migliore è la "sua".
    E denigra i percorsi che altri fanno, le altre vie, gli altri credo.
    Sono la piaga più nefasta che oggi esiste nel campo spirituale.
    Cercano l’esclusiva, eliminando tutti gli altri o cercando di farlo. Quindi separano, dividono. Badate bene: costoro separano e dividono. Questo è gravissimo e vediamo perché.
    Sapete cosa significa la parola “diavolo”? Il termine "diavolo" deriva dal latino “diabòlus” traduzione del termine greco “diabolos” e cioè COLUI CHE DIVIDE.
    Alla luce di tutto ciò possiamo chiaramente renderci conto che la gran parte ( fortunatamente non tutti, conosco personalmente veri ricercatori spirituali che accolgono con amore ogni via) degli spiritualisti/religiosi o sedicenti tali, non fa altro che gli “interessi” dell’avversario, di colui che ha tutto l’interesse che le Forze del Bene siano divise e isolate.
    così stanno le cose...
    un caro abbraccio ed un pensiero di Luce per tutti
    Giuseppe

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  2. CiaoGiuseppe, mi sono fatta l'idea che ognuno attiri a se quelli che vibrano sulle stesse frequenze o quantomeno quelli che hanno bisogno di quelle determinate frequenze per fare esperienze, le quali svolgeranno il compito di servire a ciascuno per le proprie necessità. Nel mio post mi sono limitata a fare una descrizione di alcuni tipi di presunzione senza avere la pretesa di vagliarle tutte; ma quello che non mi sento di fare è quello di dare giudizi sul bene e sul male. In questo mi sento molto taoista e volendo approfondire ti invito a visitare la mia pagina sulle "leggi del Tao". Un caro abbraccio di luce anche a te

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    1. Ciao Margherita, non si tratta di giudizi ma di constatazioni.
      Ho constatato di persona ( avendo fatto parte di numerosi gruppi spirituali tra oriente ed occidente, durante il mio percorso di vita) che dopo qualche mese di frequentazione, tutti indistintamente o quasi ti dicono chiaramente che il loro percorso è il migliore per raggiungere l'illuminazione o Dio. Questa è separazione, è dividere. E in greco colui che divide significa diabolos. Pura constatazione senza giudizio.
      un caro abbraccio
      Giuseppe

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