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Quello che il bruco chiama fine del mondo il resto dell mondo chiama farfalla (Lao Tsu) |
Siamo stati abituati fin da piccoli a subire ingiustizie, imposizioni, falsità sul nostro destino, su come avremmo dovuto comportarci, sulla ncessità di sentirci in colpa, quando esprimevamo noi stessi con la nostra spontaneità e innocenza.
Abbiamo cominciato a creare così il nostro corpo di dolore, col quale a poco a poco ci siamo identificati, mano a mano che gli adulti si adoperavano per restringere, a volte inconsapevolmente, altre con cognizione di causa, il nostro meraviglioso e amplissimo mondo di bambini.
Quel mondo da scoprire con gli occhi della meraviglia, ci è stato per lo più precluso, e noi convinti che la vita fosse esattamente così come ce la rappresentavano abbiamo creduto alle autorità. Quelle autorità da cui da un lato siamo diventati dipendenti, e dall'altro scostandoci per l'odio che sucitavano in noi sentendoci poi in colpa per questo, come da copione. Ci hanno potuto convincere di tante cose come il fatto che l'odio è un sentimento sbagliato. Che noi siamo sbagliati.
Così la repressione oggi e domani creava quel gigante del corpo di dolore che oggi mugugna dentro di noi e che si acquieta solo se lo nutriamo. Ma di cosa si nutre questo scomodo intruso?
Ma chiaro!... di dolore, vittimismo, paura, rancore, preoccupazione, repressione, fissazioni, dipendenze!Tutto ciò che vibra su basse frequenze va benissimo per lui. E quando queste non ci vengono più dall'esterno, siamo bravissimi a creare tutto ciò da soli perchè oramai questo è l'unico mondo che ci è stato concesso di esplorare. Abbiamo creato altresì i nostri giudici interiori, che fanno il loro dovere alla grande, per tenere vivo il fuoco nella nostra zona di confort e non ci viene da far altro che rimanerci dentro per quanto scomoda possa essere.
E come?
Identificandoci con quell'intruso che non è noi, compiangendoci e calandoci completamente nel ruolo di vittima, dandoci dell'incapace e puntando il dito su tutte le nostre infermità o limiti veri o presunti, piuttosto che dare importanza ai nostri doni e alle nostre capacità latenti o nella versione più avventurosa trasgredendo qualche legge imposta dall'alto senza tener conto che di solito il danno lo facciamo a noi stessi, ovviamente! Se no che "corpo di dolore" sarebbe? Insomma una vera trappola!
Ecco come lo nutriamo! Il corpo di dolore sarà così appagato e noi demoliti. Ma come siamo potuti giungere a tanto?
Perchè più cerchiamo di elevarci e più il corpo di dolore fa di tutto per riacchiapparci e riportarci a nutrirlo, lui vuole sopravvivere, e solo noi possiamo nutrirlo con tutte le nostre debolezze interiori.
Già le debolezze sono sopraggiunte con la perdita di parte di noi stessi, infatti abbiamo perso la nostra integrità ( il nostro essere interi) dal momento che siamo stati condizionati, irretiti, defraudati della nostra autenticità e non abbiamo potuto coltivare la consapevolezza, l'essere desti, l'accorgersi di cosa stava succedendo intorno e dentro di noi.
Per amore di noi stessi ci vogliamo rendere conto che il corpo di dolore è una sovrastuttura che ha preso posto dentro di noi e che la fa da padrone continuando a chiedere tributi e che noi siamo costretti a nutrire senza soluzione di continuità, come nella ruota del criceto?
Tutta questa storia, mi assomiglia a qualcosa di conosciuto.
E' naturale, se continuiamo a vivere questa realtà interiore quella esterna non potrà essere migliore.
Forte di questa verità anche l'autorità esterna continua a farci vedere lo stesso film che vediamo dall'inizio della nostra vita sulla terra e noi neppure ce ne accorgiamo.
Finchè resteremo su quelle frequenze non potremo cambiare nulla e il pascolo sarà la nostra unica risorsa perchè saremo come pecore e il gregge la nostra famiglia e il "corpo di dolore" il nostro tiranno.
Ehi sappi che c'è la vita là fuori con tutti i suoi doni! Ma devi salire un po' più su per poterti rendere conto che ci sono doni che spettano anche a te!
C'è una parabola di Kryon che mi ha molto colpito e che ricorda da vicino questo discorso anche se invece di pecore in questo storia che trovo molto calzante si parla di bruchi. Ve ne farò un sunto dato che è un pò lunghetta
La storia si intitola:
"Il bruco peloso"
Si narra che nella foresta un giorno, il grosso bruco peloso, parlasse ai suoi seguaci come ogni volta che li radunava. Il suo compito era di assicurarsi che tutti i bruchi mantenessero le vecchie modalità. Dopotutto erano sacre!
Però quel giorno annunciò la novità cioè che lo spirito della foresta aleggiava promettendo una gran cosa e che aveva deciso di incontrarlo per poi consigliare il da farsi ai suoi seguaci. Non si sarebbe però allontanato dal suo letto di foglie, per paura di restare senza cibo. Quindi il bruco peloso chiamò a gran voce il grande spirito che non tardò ad arrivare.
Era bellissimo, ma lui non riusciva a vederlo bene per via del fatto che non voleva allontanarsi di più sempre per paura di restare senza cibo, malgrado lo spirito della foresta lo invitasse a salire un po' più su, solo di poco per vederci meglio. Caparbio, arroccato nella sua posizione, il bruco sollecitò lo spirito a parlargli invece del grande miracolo che prometteva solo per i bruchi, non per le formiche o per i millepiedi.
"Si" rispose lo spirito della foresta, voi vi siete guadagnati questo privilegio, perchè mantenete sacra la foresta. E il bruco peloso incuriosito e anche piuttosto inorgoglito per essersi meritato il premio, gli chiese di dirgli in cosa consisteva questo miracolo di cui avrebbero potuto godere i bruchi.
E il grande spirito rispose che avrebbero potuto trasformarsi in meravigliose creature alate e aggiunse che avrebbero potuto, una volta trasformati volare ovunque sopra tutta la foresta, trovare cibo in abbondanza e conoscere tante altre bellisme creature alate.
Il bruco peloso incredulo chiese al grande spirito di mostrargli qualcuna di quelle creature, e lui gli rispose che era semplicissimo e che bastava si trasportasse in un luogo più alto per poter ammirare quante creture alate voleva e che avrebbe potute vederle volteggiare nell'abbondanza e nel sole.
"Ma che dici?" rispose il bruco peloso:"Non sai che il sole ai bruchi fa male e ci fa crescere brutto il pelo? Ma il grande spirito con calma rispose che una volta trasformati in creature alate il sole avrebbe solo esaltato la bellezza degli ex bruchi.
Il bruco peloso si rifiutò con determinazione di allontanarsi dal suo letto di foglie dicendo: " dovrei farlo solo per poter avere la prova che quello che tu dici sia la verità. "Si" gli rispose lo spirito: "se hai bisogno di una prova"
Dopo un lungo silenzio il bruco peloso chiese: " beh come avverrebbe questa cosa del volare?"
Allora il grande spirito spiegò esaurientemente il processo della metamorfosi. Disse che i bruchi avrebbero dovuto rispettare un lungo periodo di buio e di silenzio in un bozzolo e che la loro stessa biologia avrebbe compiuto il miracolo, infatti una volta avviato il processo non si tornava più indietro, solo al termine del percorso il bruco si sarebbe trasformato in una bellissima creatura dalle ali multicolori.
Il bruco ascoltava tutta questa spiegazione in silenzio, mentre continuava a masticare il suo letto di foglie.
Impressionato da questo racconto, insolentemente si rivoltò verso lo spirito dela foresta dicendogli che se lo poteva anche scordare, che loro bruchi non avrebbero lasciato che qualcosa di biologico si impossessasse di loro mantenendoli per dei mesi isolati, digiuni e nel buio totale. "Bel regalo!" aggiunse "ci saremmo aspettati che tu l'avresti fatto per noi questo miracolo, avevi ben detto che ce lo eravamo guadagnati!" "Infatti vi siete guadagnati il potere di cambiare voi stessi nella nuova energia della foresta. Il tuo corpo è equipaggiato per farlo anche ora mentre stai su quella foglia" rispose lo spirito della foresta.
In conclusione il bruco peloso dopo aver rimbrottato ancora a lungo su tutte le cose che non gli quadravano in questo strano miracolo, che tra l'altro i bruchi avrebbero dovuto fare da soli, congedò lo spirito dicendogli:"ad ogni modo se facessimo quello che chiedi moriremmo tutti di fame! lo sanno tutti che i bruchi devono mangiare in continuazione per restare vivi. Questa tua grande novità mi sembra piuttosto sospetta...." e mentre lo spirito della foresta si allontava come da sua richiesta udì il bruco peloso brontolare tra sé " Bruchi che volano, figurarsi!" gnam gnam.
Il giorno dopo il bruco peloso chiamò i suoi seguaci a raccolta e tirando le sue conclusioni dettate dalla paura del cambiamento dichiarò:" Lo spirito della foresta è il male, vuole ingannarci e attirarci in un posto molto buio dove sicuramente moriremmo, vuole farci credere che sarà il nostro corpo a fare di noi dei bruchi volanti, tutto quello che dobbiamo fare secondo lui è smettere di mangiare per qualche mese!" A quest'ultima frase fece seguito una grandissima risata dei bruchi. Lo spirito della terra è sempre stato lui ad operare, se fosse lui lo spirito buono non ci avrebbe mai chiesto di far noi qualcosa che è Dio che fa, fin dall'inizio dei tempi. Questi sono trucchi del grande spirito maligno della foresta. E tutto tronfio aggiunse: "Ho incontrato il male e l'ho riconosciuto." Tutti i bruchi approvando a gran voce portarono il grosso bruco peloso in trionfo con alte lodi per averli salvati da morte certa.
Se lasciamo la foresta e ci spostiamo sopra l'intreccio del fogliame, possiamo far esperienza della grandiosità delle creature alate. Una moltitudine di bruchi volanti chiamati farfalle adornati dai colori dell'arcobaleno che volteggiano felici nel cielo azzurrro. Alcuni sono anche ex amici del grosso bruco peloso laggiù. Sono tutti sorridenti hanno cibo in abbondanza tutti trasformati dal grande dono dello spirito della foresta.
dallla parabola "Il Bruco peloso" dal libro "Le parabole di Krion" di Lee Carrol
Dedicato alla tua trasformazione!